Pensieri in Libertà di un Ottuagenario

di Nino Chiocchio

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#73 - 11/01/2022

'O Ma'...
Modesto Della Porta, il Poeta del dialetto e del folclore.

Vo’ mette l’arte ‘n facci’ a la pianelle?- TA-PU’! (Vedi nota 1, in fondo al testo) le facce bbone… e tir’avànde…- Dice: ma quest’è n’arta puverelle.- Ma tu pù j’ spiehènne a tutte quènte- che cos’è l’arte… e ca ‘mmezz’a la bbande- ci serve pure l’accumpagnamente?

Nacque a Guardiagrele (CH) nel 1885 e vi morì il 23 luglio 1938. Nel paese natio frequentò le scuola Elementare e alcune classi di Scuola Media: quindi il suo ricchissimo patrimonio culturale si era plasmato sulla sua sensibilità e si era formato sull’esperienza del dialetto, dei racconti e dei proverbi del paese natio, dove con il passar del tempo acquistò un grande successo pure fra le persone colte. Fu un buon sarto a Guardiagrele e a Roma, dove aveva appreso il mestiere presso una nota sartoria, amò molto la musica (che non conosceva sebbene possedesse un ottimo “orecchio” che nella stagione buona gli permetteva di suonare in complessi musicali allora famosi (Chieti, Lanciano ecc.); sintomatico è il titolo dell’opera più nota, TAPU’- LU TRUMBONE D’ACCUMPAGNAMENTE, opera in cui si manifestò appieno il suo spirito e il suo orientamento per le sagre paesane e quindi popolare: perciò da Roma doveva tornare al paese.
Tenne segreti i sonetti in quanto, malgrado la sua passione per la poesia, era consapevole di non saper parlare né scrivere alcun idioma fuorché (e bene) il dialetto del suo paese e le parlate della zona; ma fortunatamente un giorno un maestro scoprì un quaderno a quadretti in cui Modesto (di nome e di fatto) aveva scritto parte delle poesie: quelle che rispecchiavano la sua indole popolare, allegra e godereccia. Quelle paginette contengono quadretti animati e curiosi di vita paesana con le sue sagre e le bande e le bancarelle, con gli accadimenti più divertenti nonché con l’evocazione e la descrizione dei difetti di concittadini originali. Quando io nacqui l’Editore lancianese Carabba pubblicò la prima edizione del libro contenente i sonetti curiosi; seguirono altre edizioni mentre il libro riscuoteva un successo notevole su scala regionale sicché, quando avevo undici anni, altri editori pubblicarono anche molte brevi composizioni contenenti anche le composizioni che avevano scoperto le sorelle del poeta dopo la di lui morte: erano quelle patetiche, tante delle quali sono bellissime e rivelano compiutamente la capacità espressiva e la sensibilità del vero artista in brevi sonetti commoventi. Mettiamone a confronto due cominciando da uno scherzoso:
Pace e sonne- L’avetra notte ‘Ntonie di Fanelle- s’arisbijà sentenne nu remùre.- Smuvì la cocce, e tra lu chiare e scure- vidì nu latre ‘nche nu scarapelle- che jave sbuscechènne le vedelle- dentr’a li stipe e pe’ la tirature.- “Nu latre? Chi sarà ‘stu puverelle…?!”- /pinzà. Po’ ‘nche lu tone cchiù sicure:- “Gioie di zi’(je fece) giuvinotte,- ti pozza benedire la Madonnne!- ‘N ci trove manche sale i’ di jurne:- che pu’ truvà’ mo signurì di notte?”- S’ariccuncià la cupertòle atturne- e ‘n santa pace aripijà lu sonne. Questo è un esempio dello stato d’animo dellaportiano e del suo realismo plastico. Perciò il suo umorismo è a volte ironico e, talora, avvolto da un velo di mestizia, ma sempre bonario: ’Trent’anne e forse cchiù che vàjje ‘n gire,- trent’anne, vinte bbande àjje cagnàte...- Che m’aritrove? Cosse ‘ntrunconìte,- na giubba vecchie senza li bettùne- e ‘stu mmuttèlle tutt’arruzzinìte!-… Notte senza drmì’, sudàte, stanche…- sfraddùtte… e mi piacé’, mi piace ancore,- lu curagge ci sta, la forze mànche! (V. Moretti: “Ta-pù”). E’ più deciso (il poeta sa che può essere condannato a morte dall’eccessivo consumo delle sue care sigarette) nel distico “Ji so’ gne lu fusare, e (nensi créte)”- pe tirà ‘nnanze àje da tirà ‘rrete. (2) (Moretti- M. Della Porta: Inediti)

Scrivevo che i critici successivi - perché la spocchia di quelli a lui contemporanei non permetteva di considerare questo “poetastro” dall’espressione esclusivamente dialettale e da una preparazione insufficiente –, hanno rivalutato Della Porta cominciando dagli artisti e poeti, pure se aulici, già di fama e amanti del folclore (D’Annunzio, Tosti, Michetti, Scarfoglio, ecc.), i quali hanno aperto la strada a colleghi più giovani (Albanese, il quale fra l’altro ne ha musicato un sonetto, De Titta). Poi una miriade di critici, specialmente abruzzesi, ha rilanciato e messo a nudo il valore della poetica del Guardiese e quindi anche delle composizioni commoventi (“Lu tìseche”- Il tisico, ecc.).

O Ma’, se quacche notte mi ve’ ‘mmente//ti vujje fa’ na bella ‘mpruvisate;
t’aja mini’ a purta’ na serenate//’nche stu trumbone d’accumpagnamente.
Ne’ ride’, Ma’ ….. Le sacce: lu strumente//è ruzze e chi le sone nen te’ fiate.
Ma zitte, ca se ccojje lu mumente//capace che l’accucchie na sunate.
Quande lu vicinate s’arisbèjje,//Sentènneme suna’, forse pu’ dire:
Vijat’a jsse coma sta cuntente!Ma tu che mi cunusce nen ti sbèjje:
li si ca ogni suffiate è nu suspire,//li si ca ogni mutive è nu lamente!

(“Ta_pù” Ed. C. Marchionne, Chieti)

Il poeta-artigiano-musicante era però trascurato nel curare la conservazione della produzione letteraria e poetica (sempre e tutta dialettale: pare che abbia scritto anche poesie più lunghe e composto commedie): alcune sono confluite in “Ta-pù” pure dopo che ne era stata pubblicata la prima edizione, come se degli amici anonimi e colti lo avessero esortato ad inserirle, oltre alla “Serénate a Mamma”, fra i brevi sonetti evocanti macchiette paesane. In edizioni ancora successive (Marchionne, Itinerari) sono contenuti sonetti di genere diverso, un po’ ironici e un po’ mesti: li avevano scoperti le nipoti nascosti in un tavolo vecchio e impolverato.
Per me il poeta ha esaltato la potenza del dialetto e del folclore profano.

Note
(1) Si riferisce al suono del trombone, ma forse allude timidamente al suo nascosto estro poetico.
(2) Il funaio, quando lavora le funi, tira indietro il lavoro fatto per continuare. Modesto fumava come un turco e ancora oggi le sigarette sono micidiali per i malati di TBC.

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