Pensieri in Libertà di un Ottuagenario

di Nino Chiocchio

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#59 - 29/09/2021

Il medagliere dei Giochi Olimpici

Il 20 agosto c. a. pubblicai su questo sito il pensierino intitolato “La perfida Albione” in cui mettevo in risalto la slealtà sportiva degli Inglesi e ne sottolineavo la raffinata falsità e il sottile mendacio nello sport. E pure la prepotenza, volendo essi vincere ad ogni costo i Campionati di calcio europei che quest’anno si sono svolti in casa loro: nelle semifinali fischiarono l’inno degli sfortunati Danesi, loro avversari, e nelle finali il nostro: rimasero delusi perché poi si permise di vincere la nostra squadra. Alla premiazione i giocatori albionici di pelle bianca gettarono a terra le medaglie d’argento che prima avevano appeso loro al collo i funzionari UEFA e uscirono dal campo innanzi tempo come le loro Autorità (solo il principe ereditario, il quale si era piazzato nella parte opposta a quella di Mattarella).
Ai recenti Giochi Olimpici di Tokio essi si sono comportati non molto diversamente. Innanzitutto alcuni loro giornali hanno scritto che quei Giochi li hanno inventati loro (Vedi nota 1, in fondo al testo), mentre poi hanno calunniato il nostro bravo Giacomo (2) del Garda assumendo che si fosse drogato. Ma andiamo con ordine. I Giochi Olimpici nacquero ad Olimpia (Grecia) nel 776 a. Cr. e la prima edizione comprese soltanto una corsa locale a cui però parteciparono pure estranei purché fossero Greci. Man mano i Giochi aumentarono di numero e furono aggiunti, dopo un secolo, l’aspetto religioso (con le onoranze a Giove, che allora si chiamava Zeus) a quello sportivo: fu quella sfaccettatura (religiosa) che determinò la sospensione delle guerre durante la celebrazione dei Giochi. Quando nel 1800 gli archeologi tedeschi scoprirono i resti di Olimpia, Pierre de Coubertin ne approfittò e pensò di far misurare gli atleti del mondo in modo pacifico. I Giochi Olimpici, dopo alcuni ritocchi successivi apportati da Francesi ed Inglesi (come l’inclusione del sesso femminile) dell'età moderna si svolsero ad Atene nel 1896 (e più tardi dagli organizzatori – CIO: Comitato Internazionale Olimpico - furono integrati con lo sci, come avviene ancora con qualche gioco secondario, poiché l’atletica, in particolare la corsa, è lo sport principe). Purtroppo le Olimpiadi, come le chiamiamo comunemente, hanno subito diverse interruzioni o posticipazioni: per le guerre, per le epidemie. La più lunga interruzione fu causata (fine 1300 con l’avvento del Cristianesimo come sola religione dell’Impero romano) dal timore delle autorità religiose che i Giochi potessero risvegliare le celebrazioni idolatriche, timore accresciuto dall’implicito incitamento di Teodosio che aveva dichiarate legittime le stragi dei pagani con il precedente Editto di Tessalonica emanato per sradicare eresie e paganesimo.
Potrei dire che i Giochi di Tokyo hanno segnato una tappa importante, nelle Olimpiadi, dello sport italiano, con grande smacco degli Inglesi, i quali si son visti soffiare la gara più importante che ritenevano loro appannaggio. All’inizio dei Giochi pensavamo di ottenere un risultato dignitoso e poi invece siamo arrivati a 40 medaglie (3) (mai prese) brillando su 19 podi (per le 19 discipline, comprese le 5 medaglie dell’atletica leggera) e piazzandoci al 10° posto (è bene ricordare: 1- che l’Italia, geograficamente e demograficamente, ha minor estensione e minor numero di abitanti rispetto alla popolazione dell’Inghilterra, della Francia, per non parlare del Giappone…; 2- che molte nazioni (quali Inghilterra Francia Olanda ecc.,), si avvalgono di troppi atleti delle loro (ex) colonie. Ovviamente il 10° posto spetta alla nostra rappresentativa secondo il criterio usato dal CIO; però io mi permetto di obiettare che con questo conteggio si danneggiano gli Stati i cui atleti, pur non prendendo la medaglia d’oro, salgono comunque sul podio. Certo, non tutte le medaglie hanno lo stesso peso, e allora si potrebbe formare una qualifica a punti attribuendo ad ogni Nazione, per ciascuna medaglia, il suo valore (1 + 1/2 + 1/4) (4) e poi totalizzando i risultati, ferma restando la valutazione venale. In tal modo in questa Olimpiade l’Italia sarebbe salita al posto N.6, preceduta, nell’ordine, da USA, Cina, Inghilterra, Australia, e seguita da Germania e Francia e Olanda, Canada, ecc., per cui ora sarebbe la seconda fra le squadre europee. Forse in certi casi questo conteggio potrebbe non risultare preciso, ma in compenso premierebbe le migliori scuole sportive.
In ogni caso oggi possiamo usufruire di strumenti capaci di aggiornare l’antico sport olimpico in modo di garantirne il controllo della correttezza nello svolgimento: ci accorgeremmo che gli arbitri hanno fatto il loro tempo (almeno come sicuri e spassionati interpreti assoluti) e il loro lavoro potrebbe essere limitato dal parere di quegli strumenti o addirittura potrebbero essere sostituiti con i moderni sistemi e apparecchi tecnologici; e se possibile (in alcune gare) pure con metodi e con eventuali farmaci più efficaci e tempestivi per il controllo dell’osservanza delle regole anti-doping, in modo da poter punire immediatamente e severamente i trasgressori e magari anche i calunniatori. Se avvenisse questo, anzi, se fosse avvenuto questo, ora gli Inglesi perderebbero tempo a recriminare per l’esclusione di Ujah, lo staffettista dei 4 per 100 sospeso per sospetta assunzione di droghe e che probabilmente toglierà loro una medaglia d’argento (nella relativa gara), anziché calunniare il bravo Giacomo penso soltanto perché questi ha rifiutato il loro invito a tornare in Inghilterra; ma bravo pure quando ha dimostrato di essere un vero e dignitoso sportivo respingendo l’offerta di incontrare quel cittadino (5) che lo aveva pregato, evidentemente, di entrare nel suo schieramento politico perché ha fatto sapere a quello che lui è impegnato nell’impiego e nello sport, soprattutto lo sport: BRAVO! E questa lezione sia un monito per i suoi colleghi e per tutti i saltimbanchi che, invece di razzolare nell’ “aiola che ci fa tanto feroci”, non seguono la loro vocazione (se ce l’hanno).

Note
(1) Però nel 1600 gli Inglesi tenevano una manifestazione chiamata Olimpiadi, mentre Greci e Francesi svolgevano pure loro (e per conto loro) manifestazioni del genere.
(2) Mi riferisco a quel fulmine del nostro maresciallo che ha vinto nei 100 metri che credevano di vincere loro. Anche in Italia, di cui è cittadino ed in cui lavora lo chiamano con il nome straniero.
(3) Corrispondenti ad euro 5.100.000, detratte le tasse. Infatti in questa Olimpiade i premi per ogni atleta sono stati stabiliti in euro 180.000 per la medaglia d’oro, 90.000 per quella d’argento e 60.000 per quella di bronzo.
(4) L’unità si riferisce all’oro, i numeri percentuali rispettivamente all’argento ed al bronzo.
(5) Per la cronaca, Enrico Letta.

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