Pensieri in Libertà di un Ottuagenario

di Nino Chiocchio

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#51 - 03/08/2021

La Lumachella

“Il futuro è nelle tue mani”… “Il futuro è dei giovani”… “Prepariamo il futuro ai giovani”… Mi pare che si stia esagerando su un termine evanescente (beninteso quando si trascura l’esperienza e si blatera trionfalisticamente sulle rovine della Scuola e della società). Si esagera anche a livello politico, anzi pure a livello di propaganda politica e non. Sta diventando un ritornello assillante come una litania con cui si invoca una potenza misteriosa che risolverà tutti i problemi, i quali, però, resteranno insoluti con l’ineluttabile continuazione della nenia. E ammesso che sul mercato vi siano giovani validi, essi, per il semplice fatto di essere giovani che per natura sono frettolosi, cosa potrebbero concludere senza poter riflettere sull’esperienza?
“Il futuro”… Poveretto: se, come pretendono alcune strane idee e ideologie, il Passato va ignorato ed il Presente serve a navigare senza vela, allora potremmo stabilire un paragone fra quello e il ciuccetto sospeso in bocca al neonato. Infatti soltanto la forgia dell’educazione (che comprende l’istruzione) e soprattutto l’esperienza acquisita formano l’uomo maturo. La “specie” degli uomini capaci e intelligenti resiste: ancora esistono Uomini in tutto il mondo, ma sono riusciti ad educarsi e istruirsi per conto loro; però adesso quasi tutti vivono una vita privata svolgendo attività congeniali alla loro vocazione. Quegli uomini evocano il passato non per tornare a condurre la vita dei cavernicoli, ma per vivere delle memorie che hanno creato l’esperienza indispensabile per un buon comportamento e per le scelte; cosa indispensabile anche per proiettarsi nel futuro forniti del bagaglio ereditato da coloro che hanno operato nel passato in modo adeguato ad aprire uno spiraglio all’attualità, ad inventare nuove risorse senza correre il pericolo delle sbandate provocate dal girotondo di un presente assurdamente scisso dalle esperienze di un passato ignorato dagli altri. Ma se a un certo punto, per adattarsi alla dimensione di un mondo impecettato, questi uomini dovessero svuotare la “specie” di appartenenza?
Nella normalità queste riflessioni sarebbero superflue; ma con i tempi che corrono…
Troppe persone, strutturalmente normali, si son fatte stravolgere il cervello dal modernismo più deteriore, maculato di nichilismo, ritenendo che per esempio la Scuola (la quale affonda le radici in un passato luminoso e sempre attuale) non è più adatta ai tempi moderni e alcune discipline vanno abolite, altre mutilate (tanto per non farla proprio sporca e lasciare il contentino di qualcosa in più del termine con cui erano state definite). Addirittura andrebbe soppressa la Storia!!! Perché? Essa consisterebbe in un complesso di date che servirebbe soltanto ad obnubilare la mente degli studenti e farebbe poco spazio a nuovi insegnamenti (?)! Intanto si sappia che chi scrive non è uno storico né un insegnante, né un “secchione”; anzi la Storia non era la “sua” disciplina; solo dopo aver superato da tempo la maturità classica capì l’importanza di quella disciplina (non è bello definirla “materia” o pus). “Historia magistra vitae”: la Storia è la maestra della vita, cioè è una guida sicura nelle nostre scelte, nei nostri rapporti, nelle nostre azioni, pertanto forma l’uomo. Anche le date, a parte l’esercizio mnemonico, sono indispensabili, non solo per inquadrare singoli accadimenti e spessissimo per fruire dello snocciolarsi di “corsi e ricorsi” coinvolgenti il succedersi di vari fatti eventualmente proiettati nell’attualità. Quindi, cari miei, a mio parere (ma su, ammettetelo, pure vostro) la Storia è passato (monito, insegnamento), presente (orientamento nelle scelte secondo le esperienze del passato e creatività suggerita dai moniti del passato) e futuro (realizzazioni di progetti e di desideri). In questo quadro il libro della Storia è sacro e va rispettato in tutti gli aspetti: solo quel libro riempie il nostro bagaglio culturale.
Al posto dei cerotti scaduti e dei trucchetti per saltimbanchi sarebbe opportuno avviare i giovani ad un futuro vero e più roseo in virtù degli insegnamenti impartiti in una scuola seria con l’esame di testi seri e non pieni di pupazzi e di papocchie. La “damnatio memoriae”, cioè avvolgere nell’oblio le persone e le cose scomode, è un’usanza vecchia come il cucco, ma non è ammissibile che sia mantenuta in società le quali pretendono di essere evolute: l’umanità progredisce solo se raccogliamo il retaggio di tutto il passato.
In proposito auspichiamo che i giovani sani non reagiscano in modo spropositato. Infatti, eccetto qualche poveraccio dal cervello bacato, chi prima e chi dopo, tutti si accorgeranno di avere speso tempo inutilmente quando venivano impapocchiati con le promesse dell’Eldorado: i più moderati diverranno inerti, cadranno nel fatalismo.
Beh….E poi, dopo aver distrutto la gioventù, irrecuperabile, spenderete i soldi per ricostruire le infrastrutture da voi distrutte perché le avevano costruite i vostri avversari, come successe al ponte opera di Napoleone dopo il tramonto del “Sole di Austerlitz”, come è avvenuto quando si sono sfasciate le condutture e i numeri civici in tanti centri abitati; poi fingerete di commemorare gli innocenti ammazzati (duecentomila civili dall’atomica di Hiroshima) fingerete di rimpiangere i morti di coronavirus, mentre i vostri figli, storditi dal contagio e dalla droga e dalla birra, fanno casino nelle discoteche. Poi stigmatizzate il “sacco di Roma” del 1527, perché i Lanzichenecchi uccisero ed appestarono 50.000 civili, mentre i vostri sopravvissuti saranno tutti appestati.
E allora? E allora i pochi giovani sani, divenuti inerti, appartatisi nel loro mondo con i veri valori (che non hanno nulla a che fare con quelli strombazzati nelle cosiddette società moderne radicate, chi più chi meno, sul capovolgimento dei valori, sull’edonismo sfrenato e spesso sull’anarchia che chiamano “libertà”) lasceranno il posto agli sbandati, ai fessi, agli asini che portano tatuata sulla fronte la riproduzione di un pezzo di carta, inconcepibile per un giovane novantenne (il quale a suo tempo studiò veramente (oddio, mi sembra di aver superato gli anni di Matusalemme!!!: allora tutti studiavano, come, d’altra parte, fanno ancora oggi le mosche bianche che poco si fidano dei programmi scolastici e si formano una cultura per conto loro).
BANCARELLA (o Università) DELLA FIERA DI VATTELAPPESCA
LAUREA conferita al sig. Miles gloriosus (Vedi nota 1, in fondo al testo) IN TUTTE LE SCIENZE
con punti 4000

Ormai le avvisaglie del disastro si moltiplicano: capita di incontrare (non è raro che questo non succeda) di questi boriosi e cafoni “Gloriosi”. Ti guardano dall’alto in basso aspettando gli ossequi o nemmeno si degnano di guardarti. Consiglio: comportati come loro perché la vendetta la farà la Storia; però non serbare rancore perché può darsi che non si siano neanche accorti di esser stati MALEDUCATI E CAFONI. Scriveva Modesto Della Porta: L’asene, quande ti tira le zampate, po’ ’esse’ che ti vòle fa’ ‘na carezze…
E Trilussa: La lumachella de la Vanagloria
Ch’era strisciata sopra un obelisco,
guardò la bava e disse: già capisco
che lascerò un’impronta ne la Storia.


E dopo? E dopo strisceranno sulle macerie come la lumachella del poeta romano senza però nutrire l’illusione di trovare il posticino ambìto dalla bestiolina.

Note
(1) Quello che conquistava le fortezze con la sola lancia (Plauto).

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