#2 - 03/04/2018
Autore: Andrea Iannamorelli
Scanno verso le votazioni (lettera al Direttore)
Caro Roberto,
ho letto, apprezzandolo totalmente, l’editoriale che hai dedicato, nel numero 1 del 2018 della tua pregevole rivista a stampa, al rinnovo dell’amministrazione comunale di Scanno. E, considerata l’attualità della questione (il 10 giugno prossimo si voterà), non voglio tacere alcune riflessioni di rinforzo alle tue idee, ripeto, da me ampiamente condivise.
Innanzitutto mi consentirai, allora, di sottolineare l’importanza della vicenda, in questo che, lo sai bene, personalmente ritengo il periodo della “palude istituzionale”.
Dopo la consultazione elettorale nazionale che ci ha consegnato un quadro di difficile stabilità (per il quale, in questi giorni, il destino del Governo del Paese sta tutto nelle mani della saggezza e della lungimiranza del Presidente Matterella) il bisogno che abbiamo di una guida fatta di certezze e di scelte strategiche, capaci di guardare lontano per farci uscire da uno stato di depressione e di debolezza strutturale che tentiamo di contrastare da tempo, sono certo che dobbiamo avere il coraggio di affidarlo al “governo” dei Comuni. E’ qui, infatti, che si gioca la partita della ripresa. Si vince o si perde, a seconda che si sarà in grado di trovare a livello locale idee, mezzi e strumenti capaci ridare a tutti il senso per una direzione di marcia fondato sulla speranza del “rinnovamento” che tu registri essere un dato comune a tutti coloro che finora pensano di volersi impegnare nella proposizione di liste sicuramente concorrenti per quest’appuntamento elettorale.
E il rinnovamento fondamentale, a parer mio, sta proprio nel riuscire a dare all’evento un significato ed un valore non limitato alla territorialità del Municipio che sarà chiamato a votare, nella consapevolezza del ruolo che Scanno può e deve svolgere nel processo di aggregazione dei comuni della Vallata del Sagittario.
Appare evidente, pertanto, che questa consapevolezza, pur nella necessaria diversità delle proposte e delle vedute, dovrebbe appartenere a tutti i gruppi che nelle settimane prossime si mobiliteranno e si organizzeranno per presentarsi al giudizio e alla valutazione degli elettori.
Certamente condivido l’analisi che proponi sul significato lessicale del verbo rinnovare; e perciò ritengo che nella situazione dell’oggi esso debba coincidere con il cambiamento del vecchio con il nuovo (senza alcun vincolo generazionale o anagrafico, ma con riferimento esclusivo al merito delle proposte e al modo di gestire le novità) ovvero con la trasformazione del vecchio con l’aggiunta nel nuovo (come tu, se ho ben capito, suggerisci).
La cosa essenziale, tuttavia, a mio parere, è che l’occasione sia colta con la consapevolezza che il 10 giugno si ha l’occasione per avviare la scrittura di un libro nuovo della storia della Valle del Sagittario, al di là degli stereotipi che da tempo fanno arretrare le speranze di questo territorio e che si materializzano in vizi antichi (atavici, sarei tentato di dire) fatto di ripicche di protagonismo individualistico e/o di schieramento partitico.
E sia anche chiaro che personalmente io mi augurerei che siano proprio i partiti o quel che resta di questi, ad assumere direttamente la leadership di questo rinnovamento. Perché sono soltanto i raggruppamenti politici che si riconoscono nei partiti organizzati come tali che possono cimentarsi in operazioni così delicate e nuove.
Il “civismo”, del resto, come scelta di gestione della politica locale ha già ampiamente mostrato il limite delle non decisioni e delle difficoltà di movimento che non aiuta a guidare il cambiamento o la trasformazione di cui i cittadini, soprattutto i più giovani, hanno bisogno. Le difficoltà che sta incontrando Sulmona ne sono l’esempio lampante.
Oggi, trascinati dall’illusione nazionale del movimentismo a 5Stelle o dalla “protesta leghista”, il centro-sud dà l’impressione di volersi affidare di più al masanelliano “governo spontaneo” che non a quello riconducibile ad aggregazioni che storicamente, dopo l’ultima guerra, hanno assunto l’onere e l’onore di governare il Paese e l’Europa.
E in Abruzzo sembra nascere un ulteriore raggruppamento di liste civiche aggregate, per svolgere un’Azione Politica forse (e senza forse) più finalizzata a ridar ruolo e spazio a chi pare non abbia più delega in precedenti partiti di appartenenza che non a idee e progetti canalizzati in una cultura di governo storicamente consolidata che necessariamente ha bisogno di cambiamenti e trasformazioni ma che è certamente affidabile perché sostenuta dalla storia che ha assicurato nei decenni trascorsi ricostruzione e sviluppo. Quelle forze politiche che, nonostante i problemi che nascono dai vincoli della globalizzazione, hanno messo in campo strumenti ordinamentali e gestionali che suggeriscono con credibilità la costruzione di un disegno aggregante, tra Comuni piccoli, per una gestione di efficace ed efficiente del futuro di ciascuno.
Chi legge e non mi conosce legittimamente è portato a chiedersi di che m’impiccio.
Chi mi conosce, al contrario, sa quanto in prima persona, nella mia storia, ho speso per la tutela degli interessi legittimi di chi da sempre ha rivendicato (e giustamente) un ruolo che spesso ha dovuto pretendere che gli fosse riconosciuto.
Ora il contributo che voglio dare si lega all’ipotesi che questa vicenda elettorale locale del 10 giugno prossimo, a Scanno, segni l’inizio di un vero cambiamento nella direzione della utilizzazione degli strumenti nuovi che, aggregando i pochi, gettano le proverbiali basi per un domani fatto di rinascita e speranza. Esistono le energie, i capitali e gli strumenti perché tutto questo non sia letteratura, ma “politica”, con la proverbiale “p” maiuscola, anche se “locale” e territoriale. (Checché ne dica Bauman, a proposito di un concetto di territorio che oggi, in piena globalizzazione, non avrebbe ragion di esistere!).
Grazie per l’ospitalità ed auguri.