Pensieri in Libertà di un Ottuagenario

di Nino Chiocchio

| #89 ◄ | Articolo #90 | ► #91 | Elenco (123) |
Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi via eMail Condividi via WhatsApp
#90 - 10/05/2022

Ricorrenze

Recentemente è stato affisso a Cocullo un manifesto, firmato dal Sindaco, riproducente l’annuncio dato ai concittadini dell’auspicato ripristino della Festa di San Domenico, ripristino noto da tempo in paese sebbene ancora privo della necessaria autorizzazione prefettizia. Anche per questo non ne avevo dato notizia; ma forse non so se l’avrei data in considerazione della presenza del contagio pestilenziale e pure onde evitare un fastidio alle Autorità impegnate in un difficile controllo capillare del rispetto delle dovute cautele (di cui la più importante è il dovere delle distanze in una piazza piena di gente come un barattolo colmo di sardine). All’avviso era allegato il programma sulle manifestazioni che si sarebbero svolte nelle cerimonie del rituale. Bene ha fatto il primo cittadino, Sandro Chiocchio, a sottolineare la continuità dell’accoglienza dei pellegrini nella Casa comunale; la tradizionale sfilata del corteo che va a deporre la corona ai caduti, nel pomeriggio della vigilia della festa di maggio, la messa solenne, con la sua caratteristica e nota processione caratterizzata dalla partecipazione dei serpi e del corteo delle ragazze in costume, due delle quali recanti i “ciambellati”.
Nel giorno successivo (siamo sempre ad aprile) è stato pubblicato on line uno stelloncino con cui si avvertivano pure i Cocullesi residenti all’estero del ritorno ai festeggiamenti consueti. Purtroppo, forse, non si prevedeva che un giornalista avrebbe letto l’avviso (né che soprattutto ai praticanti non sfuggono le notizie di rilievo) e per questo penso che la nota sia stata diffusa on line.
Il giorno 2, cioè nel giorno successivo, è apparsa una cronaca consistente nella rilevazione di circa diecimila forestieri, ivi compreso il notevole afflusso dei pellegrini e dei commercianti con le loro “bancarelle”, oltre al programma dei festeggiamenti. Al breve excursus descrittivo della famosa processione con le serpi vive sulla statua del Santo, processione caratterizzata pure dalla sfilata delle ragazze in costume e dai commoventi canti dei pellegrini alternati alle note del concerto bandistico ed all’Inno a San Domenico cantato dai devoti, seguiva un saggio relativo all’interpretazione sull’origine e sullo sviluppo del rito, interpretazione che riflette la giustissima tesi (fra non molto mi permetterò di ribadire una mia ipotesi avanzata sin dalla prima giovinezza) circa una verosimile, antica e nebulosa scaturigine –ipotesi successivamente arricchita e aggiornata sulla base di nuove letture- su una continuità che la riallaccia ad usanze mitologiche [Vedi nota 1, in fondo al testo], nascita e usanze che d’altronde lo stesso professor Profeta “non esclude”). Ebbene, in questo saggio credo di aver riconosciuto la condivisione del Direttore con il suo Maestro all’Università, il citato professor Profeta. Se è così, ho il dovere di ringraziare il prof. Grossi per essersi spostato dal suo paese a Cocullo e fare ciò che avrei dovuto fare io (ritengo che lui abbia sopportato il piccolo sacrificio perché è a conoscenza della mia temporanea assenza nonché delle mie difficoltà fisiche e di quelle tecniche del mio computer).
Ed ora Sandro mi permetterà di dirgli ad un orecchio che nel manifesto ho rilevato un dettaglio discutibile e, nel contempo, considerato pure che per l’età potrei essergli nonno e che quindi lui non ha visto quel che ho visto io, di aver notato una scucitura e di fargli un rilievo e qualche proposta.

Rilievo
E’ discutibile il prolungamento della recente usanza (evidentemente introdotta per supplire alle assenze causate dall’abbandono dell’agricoltura e poi dall’emigrazione: basterebbero due volenterosi) di premiare con il denaro i “serpari”: questi potrebbero avere come premio, anzi, in riconoscenza, una bagattella qualsiasi o una targa-ricordo: l’usanza stride tremendamente con “l’offerta” di cui parli tu. Ti rivelerò in breve momenti significativi di due serpari defunti recentemente: Marsilio, qualche anno più piccolo di me e autentico serparo, non offriva al Santo le bisce da lui catturate per rimetterle nei loro areali onde non essere premiato; e che il serparo soprannominato Johnson, veterano dei serpari e non inferiore a Marsilio, il giorno prima di morire salì dal Casale, entrò silenziosamente nella chiesa che ospita il simulacro di San Domenico, vi girò intorno e altrettanto silenziosamente uscì, e ricordiamo pure che ogni anno egli regalava il suo ricco bottino di serpi ai ragazzi per farlo offrire al nostro Taumaturgo. Quando Edia andò a trovare la figlia ad Anversa, fu incaricato dalla moglie di passare alla cisterna santa cocullese per offrire i serpi al nostro San Domenico; quindi persino la devozione dei coniugi di Luco attirò le persone di cui parli tu, e non solo i rettili.

Proposte
1- Hai lodevolmente sottolineato la continuità dell’accoglienza dei pellegrini ufficialmente nella Casa comunale; ebbene, in quell’occasione, oltre a qualche dono per suggellare la vicinanza sprituale (ricordo che quando ero piccolo Don Loreto - un po’ come il povero Valentino ed altri che praticavano la “cumparanza” talora addirittura stabilendo vincoli coniugali - offriva pasticcini ai pellegrini, e, d’accordo con il Podestà, l’ospitalità notturna nella chiesa del Patrono). Adesso io suggerirei che l’offerta di un ricordino cocullese o di un regalo comprato con i soldi destinati ai serpari sia fatto dalle ragazze in costume ai crociferi delle “cumpagnie”; ovvero, in alternativa, con un regalo o una targa-ricordo ai Priori delle stesse attestante la loro partecipazione. 2- Sembrerebbe che Rolando, un paio d’anni fa, avrebbe donato al Comune un elmetto (secondo la diceria il donatore, ex Presidente della locale Sezione ANA, lo avrebbe ricevuto dal compianto capitano degli Alpini Giuseppe Franco). Ora, se tutto questo risponde a verità, quel cimelio arricchirebbe molto il cerimoniale profano in due tempi: a) nel corteo della vigilia potrebbe indossarlo un ex Alpino che porterebbe la bandiera (la lettura dell’elenco dei nomi dei Caduti verrebbe affidata ad un discendente diretto o indiretto –nel caso di Caduti celibi- di uno di Quelli), alpino seguito da due delle ragazze nel costume tradizionale (pure nell’occasione), le più capaci di comprendere i sacrifici imposti dalla Patria in guerra, le quali dovrebbero impersonare la mestizia delle madri e delle spose o fidanzate dei Caduti. L’esibizione assumerebbe un valore universale: il terrore e il ripudio dei conflitti distruttori. Se la diceria non avesse fondamento, potresti prendere la stessa iniziativa comprando un elmo e impiegandolo come sopra. 2a- Prescindendo dal discorso degli elmetti, la sfilata del pomeriggio potresti arricchirla vieppiù. Anni fa nell’archivio del Comune Nicola Risio, allora Sindaco, e Mario Volpe mi fecero vedere la cassettina inviata lustri addietro all’allora Sindaco che avrebbe dovuto contenere le decorazioni del nostro concittadino Domenico Sanzi, reduce della guerra 1915/18 e pluridecorato al VM, da lui offerte al paese natio (ma allora non vidi le medaglie d’argento né di bronzo). Orbene, qualcosa di quel patrimonio militare potrebbe integrare o sostituire la presenza dell’elmetto: magari anche con la recitazione della poesia da lui scritta e dedicata alla selva di Cocullo forse quando partì per la guerra. 3- Potresti chiedere ai Sindaci che intervengono alla Festa (e possibilmente anche a quelli di Sora e di Capodacqua), specialmente a quelli di Atina e di Villa Latina, il gemellaggio con Cocullo. 4- Infine, se non ti fossero gradite queste proposte, accetta almeno la seguente: impiega il denaro accantonato per premiare i serpari e premia la pasticciera più brava partecipante alla Festa.
AUGURI.

Note
[1] L’intuizione giovanile è scaturita non dallo sviscerato amore per il “campanile”, ma dalle testimonianze di autorità religiose come S. Agostino e Cassiano, da illustri accademici quali Picasso ed il canadese Salmon e dalla lettura di studiosi recenti.

| #89 ◄ | Articolo #90 | ► #91 | Elenco (123) |
Condividi il blog: Pensieri in Libertà di un Ottuagenario
Condividi su Facebook

Condividi su Twitter

Condividi via e-Mail

Condividi via WhatsApp