Pensieri in Libertà di un Ottuagenario

di Nino Chiocchio

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#62 - 18/10/2021

"Pensate a Cocullo"
(Rassegnazione con rinfresco)

Ricordate “Panem et circenses”? Ieri si è svolta la prima seduta consiliare con il finale di farina raffinata (i giochi c’erano stati prima) e il contorno di una specie di referendum tenuto precedentemente in una riunione informale. Buona digestione e AUGURI!
Io penso che l’elettore il quale depose nell’urna la scheda con su scritta la frase riportata nel titolo con una grossa P (abbastanza significativa che si presume si riferisse a tutto il territorio) ha dimenticato che nel quinquennio scorso è stato fatto molto per la frazione (ed era giusto!) ma nulla o quasi per il nostro centro abitato, salvo la via periferica dell’Orto Magliocco ed il breve tratto delle SS; inoltre ritengo che lo stesso (il quale deve sapere che la pensa come me) probabilmente volesse rivolgersi a tutta l’Amministrazione, la quale, nella componente della maggioranza, è quasi la stessa della passata gestione. E qui ribadirei ciò che ho scritto altre volte, e cioè che il Sindaco ha chiesto ripetutamente collaborazione ai cittadini ma non l’ha avuta neanche dai suoi consiglieri comunali almeno per il capoluogo; per questo ho esortato pure gli eletti del Casale (i quali credo che si siano dati da fare per il loro abitato, e perciò vanno elogiati) a far lavorare pure i colleghi dell’abitato di Cocullo i quali, se intendono fare il mestiere per cui si son fatti eleggere, ricordino che la fiducia degli elettori non si riscuote con le raccomandazioni o con i favoritismi o con i tentativi di corruzione o con le parentele; né invochino la scusante del fatto che l’Amministrazione democratica (quindi compresi molti onorevoli cortigiani) cocullese, dalla passata gestione, ha accentuato la vocazione totalitaria che recentemente, poi, è divenuta una specie di monarchia assoluta traditasi nell’assegnazione delle cariche agli eletti, in particolare, nell’indecorosa lotta per la carica del vicesindaco. Dal 2016 la carica fu messa a disposizione di un consigliere “ad usum delphini”. Pare che costui abbia accolto molto male la mancata conferma della carica decisa poi nella prima seduta ufficiale del Consiglio: ha avvertito il magnetismo dell’astro nascente?
Non faccio ulteriori commenti; voglio soltanto augurarmi che sia ponderato anche il parere di quei pochissimi consiglieri che vorrebbero “collaborare” lavorando e non vengano più emarginati chi in un modo e chi in un altro. Si sappia che il Consiglio comunale non dovrebbe essere una giostra, ma una cosa seria, un consesso che comporta grosse responsabilità in un sistema molto difficile per i governanti. Altrimenti quelli tornino a fare i liberi cittadini invece che fare gli “scaldasedie”.
Ora torniamo alla P dalle dimensioni enormi. Mi sembra inutile sottolineare che l’Amministrazione è stata eletta da tutti gli elettori, specialmente da alcuni benpensanti (i quali ancora tollerano l’assunzione di compiti estranei alle loro possibilità, pure quando quelli si fanno eleggere spesso, come a Cocullo, in liste camuffate sotto nomi equivoci esclusivamente per “gli affari loro”). Il consigliere non può ignorare che deve soddisfare le esigenze degli abitanti su tutto il territorio della circoscrizione. Io avrei assegnato gli incarichi considerando la fiducia riposta dai votanti (questo è stato fatto per la carica di vicesindaco), che si esprime nel numero dei voti riportati dai singoli candidati (questo non è stato fatto per un fantomatico e ridicolo assessorato, fino ad oggi inesistente, alle politiche sociali): serve in un Comune di 200 residenti? Per me potrebbe essere un segnale negativo; al contrario, sarebbe estremamente positivo se lei potesse annunciare l’annosissimo lancio dell’appalto “a giorni” dei lavori per il restauro del simbolo della religiosità e del folklore cocullese: in tal caso la nuova carica potrebbe non essere eccezionale e la neo prescelta potrebbe annunciare pure i contatti da prendere onde promuovere e caldeggiare i gemellaggi con i Comuni interessati alle nostre feste o alle Personalità che hanno illustrato il nostro paese: L’Aquila e Sulmona per lo “spirituale” celestino, di nascita cocullese, Giovanni (Superiore Generale dei Celestini alla fine del ‘200 – Telera, Marini, De Mattheis, Febonio - e forse scomunicato perché troppo “spirituale”); Capodacqua, Sora, Fumone, Anagni, Collepardo, Trisulti, Villalago. Foligno, Atina, Sant’Elia Fiumerapido, Pretoro, San Pietro Avellana, Villamagna, Pizzoferrato, Palombaro, Fornelli, Villa Latina, Carobagli di Sassoferrato, e Castelromano, Miranda; Carovilli; Castelpizzuto; Salcito, Ripabottoni, Morcone, Torre di Morcone, Faeto, ecc. per il nostro Patrono.
Dicevo che nella frazione è stato fatto parecchio (il Casale aveva bisogno di una sia pur approssimativa sistemazione: fin qui nulla da eccepire) ed ho notato pure che proprio lì abita l’eletto con il maggior numero di voti: evidentemente è stato quello più capace e mi complimento con lui (o chi per lui); ma gli sarei grato anche se spronasse i decurioni del mio nucleo abitato, magari dando loro l’esempio, specialmente ora che è vicesindaco: non gli mancano la possibilità né la capacità. Se sarà così voglio ricordargli, per quanto concerne il suo abitato, che la fonte grande andrebbe ripristinata con le pietre asportate e riportata allo stato originario. Ancora, la calamità del 1300, che si abbatté sull’Europa per lungo tempo e che aveva già infierito su quella parte di Cocullo più prossima al Casale odierno provocò lo sconquasso che costrinse due monaci della grangia casalana di San Giovanni in Campo a portare le reliquie di San Domenico nella parte alta, cioè nella chiesa, cocullese di Sant’Amico, e sono state onorate egregiamente fino a poco fa dai tradizionali “serpari” dei Casali (ripeto che la pratica per il restauro è pronta da troppi anni e manca la gara d’appalto: speriamo che questa sia lanciata prima che i costi richiedano un altro progetto con conseguente lievitazione degli interessi…: in fondo sarebbe l’impegno più sbrigativo e nello stesso tempo più IMPORTANTE). E’ necessario pure provvedere alla forestazione, specialmente al Curro, onde evitare eventuali disastri causati da perturbazioni atmosferiche o altre calamità: almeno fermare le ruspe, se non si sono già ritirate per consunzione. Ma non voglio tediare alcuno con ragionamenti che potrebbe condividere; piuttosto, caro Carmine, consentimi un’insolente malignità: forse pure nella passata conduzione del paese dovesti cedere l’ambita carica; lo facesti di malincuore ma ponesti la ricattatoria condizione per la quale ci si dovesse occupare soltanto del Casale: e allora la rinuncia denunciò la tua generosità; ma fino a un certo punto, poiché tenesti in non cale la figura dell’amministratore che amministra tutto il territorio. Ritengo che a questo punto io debba passare ad un discorso serio. Se, come ebbi a scrivere dopo i risultati della consultazione, av’ remisse’ la stess chiav’agl’ stess’ bbusc’ pure relativamente all’operosità nella conduzione della cosa pubblica, beh, allora desisterò dalle lamentele che vi turbano e toglierò l’incomodo se non per sottolineare il vostro ravvedimento e per rallegrarmi (magari dopo essermi accertato che non si tratta di cenere agli occhi), sebbene io sia molto pessimista al riguardo perché da tempo ho intuito alle spalle della componente più influente della vostra compagine sia l’ombra di una diabolica potenza misteriosa estranea a Cocullo: come mi vorrei sbagliare! E complimentarmi con voi! Per ora ciao, ma prendilo per un “addio” estensibile ai colleghi se mi deluderai.

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