I consiglieri hanno respinto le direttive
Sì e no al Parco e la Dc si divide
L'ingresso di Scanno nell'Ente
(06/11/1986)
SCANNO - La decisione unanime del consiglio comunale di avere con il Parco Nazionale d'Abruzzo rapporti di collaborazione è stata contrastante con la posizione del direttivo della Dc, partito di maggioranza a Scanno, che aveva escluso ogni tipo di rapporto, in seguito al documento sul nuovo assetto territoriale del comune di Scanno presentato dal presidente del Parco e ritenuto inaccettabile e provocatorio. I consiglieri di maggioranza avevano dichiarato, invece, di non condividere la posizione del loro partito, ma di essere favorevoli ad un colloquio preferenziale con II Parco. Questo pone alcuni problemi nella Dc. Il segretario di Scanno, Alfredo Bruno, ci ha rilasciato la seguente intervista.
L'ultima delibera consigliare sui rapporti con il Parco ha determinato, a suo avviso, una spaccatura nelle file della Dc?
No, nella maniera più categorica, tant'è vero che appena dieci giorni prima del consiglio comunale in questione, nove membri del direttivo ribadivano il loro assenso al nostro documento relativo al rapporto col Parco redatto nel mese di luglio.
Come mai avete assunto una posizione di contrarietà al documento presentato dal Parco?
Il nostro è stato un comportamento assunto dopo aver acquisito la consapevolezza che gran parte della popolazione di Scanno era offesa per i metodi e i comportamenti degli attuali amministratori del Parco. La nostra, dunque, non è una posizione pretestuosa o demagogica. Bensì il frutto di un'attenta analisi dei fatti e del desiderio di farsi portavoce delle istanze popolari.
Come spiega il fatto che i consiglieri eletti nelle liste nel suo partito hanno assunto posizioni divergenti rispetto al direttivo di sezione?
Mi appare tanto inspiegabile che sarebbe opportuno rivolgere questa domanda ai diretti interessati.
Porgerà denuncia al collegio dei probiviri del suo partito per quanto accaduto?
Se, come penso, i probiviri sono osservatori attenti, non c'è bisogno di denuncia alcuna. I fatti già noti e sufficientemente pubblicizzati dalla stampa, costituiscono di per sé un sufficiente elemento di denuncia di un comportamento per lo meno opinabile. Per altro giova sottolineare che degli attuali amministratori solo una parte è tesserata.
Ma il capogruppo consiliare dc, Italo Caputo, assessore al consiglio provinciale, e democristiano, si è espresso a nome del partito?
Insisto sulla inspiegabilità di certi comportamenti e mi rifiuto di pensare ad un abbaglio della segreteria provinciale.
Quale saranno a questo punto i rapporti futuri tra sezione ed amministratori?
Non sono legittimato a parlare a nome dell'intero direttivo, ma è palese una certa stanchezza. Per due anni il direttivo ha elaborato documenti, formulate proposte, offerto collaborazione per constatare continuamente che le proposte, i documenti e la collaborazione erano affidate al vento. Da qui potrebbe derivare una rinuncia ad operare che, a mio avviso, porterebbe veramente ad una crisi irreversibile.
dal Quotidiano "il Centro" del 6 Novembre 1986