Gli abitanti della zona temono che altri massi precipitino
La gente di Scanno lavora con un occhio a «Cardella»
(09/10/1986)
SCANNO - In attesa della risposta del ministro della Protezione civile, la gente di Scanno, che abita e lavora nella località "Fra le Musa" una delle zone ai piedi del Monte Cardella dichiarate pericolose per la presenza di grossi macigni che minacciano di precipitare, continua la sua attività.
Sulle panchine di via Napoli, come tutti i pomeriggi, sono sedute le vecchiette, con il caratteristico costume, che parlano tra di loro. Alla domanda se hanno paura di sostare in una zona pericolosa, Olga Francalancia risponde di sì e aggiunge di aver avuto sempre il timore che qualche masso potesse finire contro la sua casa. Interviene il marito Pietro Tarullo e racconta che massi sono precipitati altre volte dal "Cardella". Uno di questi, sfondando il muro dell'abitazione di Fusco, l'ultima casa di Viale dei Caduti, entrò in cucina e si fermò proprio vicino al camino; per fortuna in quel momento non c'era nessuno.
Un altro masso, più piccolo, entrò dalla finestra dell'abitazione di Americo Ciccotti. L'ultimo episodio in ordine di tempo è la rottura da parte di un enorme macigno della rottura della conduttura dell'acqua della centralina elettrica.
Alla domanda se intendono abbandonare le loro case, rispondono che lo faranno, se sarà necessario, solo quando inizieranno i lavori di bonifica; non hanno nessuna intenzione di farlo ora, né tantomeno si assoggetteranno ad abitare in una roulotte o tenda.
«Io ho paura - sostiene Vittoria Del Monaco - soprattutto per le mie bambine. Quando sono venuta ad abitare in questa zona, cinque anni fa, in una casa di recente costruzione, nessuno mi ha avvertito di questo pericolo. Ora ho paura». Giacomo Nannarone ha la sua carrozzeria proprio nel punto più pericoloso, perché sopra la sua officina si vedono degli enormi massi pericolanti.
«Ho sempre avuto paura - afferma Nannarone - per questo motivo non ho mai voluto abitare sopra l'officina. Purtroppo, nonostante la paura, non so dove andare e il giorno che faranno l'ordinanza di sgombero, dovrò iscrivermi alle liste di collocamento».
La zona vent'anni fa era per lo più deserta: c'erano ancora le aie e veniva utilizzata per il deposito della legna. Intorno agli Anni '70 c'è stato un tale sviluppo edilizio che è divenuta una delle zone più abitate di Scanno.
dal Quotidiano "il Centro" del 9 Ottobre 1986