Motivi di consolazione e di sconforto
Nello squallore (terrificante) della quotidiana lettura dell’informazione stampata o “via web”, siamo colpiti favorevolmente da due chicche: 1) il 47,5% dei giovani abruzzesi legge fuori dagli impegni scolastici; 2) l’immaginazione dei bambini, tramite l’agente speciale Zet, salva l’orso abruzzese, “rapendolo” sulla “nuvola volante”.
Sono due notizie che fanno consolare il nostro animo, quotidianamente appesantito da brutte notizie: le guerre in atto, in Europa e in Medio Oriente; la disperazione di aree come le nostre sempre alla ricerca della implementazione (insoddisfacente) di servizi, l’ansia e lo stato di disagio di chi (nel mondo, ma anche da noi) sceglie di “emigrare”, alla ricerca di occasioni di nuove speranze di futuro…
(Entriamo nei dettagli). Il 47,5% dei giovani, delle scuole superiori, nella nostra regione, usa “leggere” al di fuori dell’ordinaria lettura, in qualche modo imposta (o anche semplicemente “proposta”) dalla scuola, ovvero dalla famiglia o del mondo degli adulti nel quale solitamente vivono. Più del 50% sceglie la narrativa, raccogliendo le indicazioni del “passa parola” che provengono dalla rete (più del 60%).
Questi gli esiti più significativi di un questionario proposto ai ragazzi abruzzesi tra i 16 ed i 19 anni che hanno partecipato al Premio nazionale di cultura Benedetto Croce di Pescasseroli insieme al Cepell (Centro per il libro e la lettura) ed all’Università di Urbino, del Festival Nazionale del Giornalismo Culturale, tenutosi al Palazzo Ducale di Urbino e dedicato all’illustrazione dell’indagine sulla lettura, in Italia, ma anche in Abruzzo. (E quello dedicato all’Abruzzo è stato realizzato proprio con le giurie popolari attive nelle scuole, 32 in tutto, sparse sul territorio: nei capoluoghi di Provincia, nelle città medie e nei paesi).
Al questionario hanno risposto 1.001 ragazzi: il 60% acquista i libri in libreria ed il 34% online; l’89% dichiara di aver visitato una libreria e, tra questi, il 64% dichiara che siano un luogo di incontro e di promozione della cultura; il 91% dichiara che la lettura sia un’attività utile per la crescita personale ed il 64,8% dichiara che sia utile per il futuro professionale. Ancora: il 37% segnala l’esistenza di un gap tra la propensione e la possibilità di leggere tra le zone interne e le zone più urbanizzate del territorio (anche questo abbiamo di problema. Non ci facciamo mancare davvero niente).
Tuttavia l’informazione, nel complesso, è “consolatoria”, inaspettata ed importante. Ecco perché a mio parere va divulgata, anche estesa, valorizzata (cosa che non mi sembra sia avvenuta). E la classe dirigente abruzzese deve tenerne conto.
Altro segnale, come avevamo detto, positivamente “consolatorio” arriva dalla Regione Puglia e dal mondo dei ragazzi, addirittura più piccoli di quelli di cui abbiamo voluto raccontare poco sopra.
Nella nuova serie televisiva “Go Go Around Italy” (un progetto delle società Armosia e Intergea, che nasce per il mercato internazionale da sempre attirato dal Made in Italy, in collaborazione con Rai Kids, il Ministero della Cultura, l’Apulia Film Commission e la Regione Puglia) c’è spazio per il “nostro” Abruzzo, in particolare per l’orso “nostrano”.
La serie, realizzata in animazione e live action, è arrivata venerdì 20 ottobre in anteprima su RaiPlay e da lunedì 6 novembre sarà trasmessa, tutti i giorni, a partire dalle 16.30, anche su Rai Yoyo.
Di che si tratta. A Gravina in Puglia due cuginetti, Cipo e Mia, incontrano uno strano essere verde con tre occhi, caduto dal cielo con la sua navicella spaziale. Il suo nome è Zet, proviene da una galassia lontana con una missione speciale: scoprire la formula segreta che ha reso l’Italia così ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche, fino a renderla unica al mondo.
Zet invita Cipo e Mia a salire sulla sua Nuvola Volante e insieme partono per questa indimenticabile avventura alla scoperta dell’Italia.
Nella puntata dedicata all’Abruzzo Mia rimprovera Cipo e Zet: sulla Nuvola Volante si impara a rispettare la natura e a riciclare i materiali nel modo giusto. E durante il loro viaggio in Abruzzo, la natura ricambia il favore, regalandogli paesaggi straordinari e l’incredibile esperienza della Transiberiana d’Italia. L’amore smisurato per gli animali spinge Zet a portare un orso nella Nuvola Volante.
E la metafora pedagogica e formativa sembra abbastanza chiara: se c’è una cosa che può salvarci questa è la conservazione della natura e dei suoi abitanti.
Così, semplicemente, l’importanza del messaggio comunicativo, attraverso un prodotto destinato ai bambini si traduce in una forte promozione d’immagine e culturale per questo pezzo di territorio abruzzese e le sue ricchezze. Inoltre l’aver individuato nella “Transiberiana d’Italia” lo strumento di conoscenza e di godimento di questo bene mi sembra un ulteriore spot a favore delle infrastrutture semplici e antiche che comunque vanno tutelate e valorizzate
Ultima considerazione. Il mondo degli adulti, ma soprattutto la classe dirigente di questa regione e dell’Italia intera, raccolga il messaggio che viene da queste informazioni della cronaca di questi giorni.
Nel vortice del peggio di questo “terzo millennio”, si apre uno squarcio di positività che viene, guarda caso, dai ragazzi cioè, dal futuro (tanto nebuloso ed enigmatico) che andiamo spasmodicamente cercando.
Grazie, ragazzi.
Un momento. La cronaca (a seguirla davvero) è capace sempre di brutti scherzi.
Un attimo prima di spedire l’articolo che avete letto, registriamo le prime indiscrezioni sulla delibera assunta dalla Giunta Regionale per l’attuazione del riassetto degli Ospedali regionali. (Una vicenda che seguiamo da sempre e sulla quale avevamo preso l’impegno di darvi conto, soprattutto in relazione al ruolo di Ospedale di 1° livello che riguarda il S.S. Annunziata di Sulmona ed al ripristino del centro nascite nell’intero comprensorio peligno-altosangrino).
Tutti ricorderanno che si era parlato di una “sperimentazione” alla quale il Ministero affidava la possibilità di valutare il soddisfacimento della “produttività” prevista nel DM 70/2015 (il “noto” Decreto Lorenzin) che prevede il tetto di 500 parti/anno, per il mantenimento ed il riconoscimento del punto nascite.
Avevamo espresso qualche timida perplessità, pur in attesa di conoscere la conferma delle confortanti voci circolanti sul bando del concorso a primario della unità operativa di ginecologia di Sulmona. Bene.
Ora scopriamo che “la sperimentazione” ha riferimento all’istituzione di un aggregato operativo che riguarderebbe Sulmona ed Avezzano (fusi insieme). E questo, se per un verso, almeno teoricamente, lascia prevedere il soddisfacimento dei livelli di produttività dei cinquecento parti l’anno, non fosse altro che per il bacino di popolazione cui si riferisce, per altro verso apre una complessa serie di problematiche per le quali attendiamo risposte chiare: si tratterà di un’unica struttura operativa? Se sì, sono impensabili due primari, quindi il bando di concorso per il primariato in Sulmona è pleonastico, ovvero, ammesso che la procedura sia in atto, sarà ritirata. E, per il futuro, cosa possiamo legittimamente immaginarci, che questo servizio continuerà ad esistere in forma e sostanza “disarticolata”, pur se a presidio di territori tanto diversi tra loro, soprattutto in quanto a potenziale di servizio da erogare e garantire?!
Sarebbe utile a questo punto, prima che il provvedimento arrivi in aula, per il necessario avvio della procedura, che i Sindaci di questo territorio si facciano parte attiva per conoscere meglio, nel dettaglio, questa idea, che ha tutta l’aria di una “trovata” certamente utile per la campagna elettorale già in atto, ma non per la risoluzione di un problema oramai troppo “vecchio” e “stucchevolmente noioso” Ne riparleremo.
Che scherzi fa “seguire con attenzione” la cronaca: dalla brace alla padella e dalla padella alla brace, avrebbero detto i saggi di tanto tempo fa. Vagli a dare torto!