Da un’estate all’altra: buona campagna elettorale (1)
È così. Ora è già campagna elettorale: senza fronzoli, senza infingimenti, con tutte le promesse di sempre, con le “guerre” non dichiarate ma reali, all’interno delle coalizioni. Si voterà per l’Abruzzo e per l’Europa; e dopo, chissà, alla resa dei conti, vedremo cosa ci porteranno le urne. Dovranno passare l’autunno e l’inverno, tra incontri, cene e “selfie”. Poi, nella prima metà di marzo, voteremo per la Regione e a giugno per l’Europa; e intanto che gli strumenti istituzionali si attrezzeranno per governare, tornerà di nuovo l’autunno. (Un anno perso? Mai, quando si vota, in democrazia, è “tempo perso”; io, almeno la penso così. Certo forse sarebbe utile che le campagne elettorali servissero a definire davvero strategie di governo, a tutti i livelli, chiare ed efficaci. E non sempre accade. Ma da qui a dire che “votare” sarebbe “inutile”, tempo perso, appunto, no. Non lo posso condividere).
Certo, al momento, dal mio punto di vista, gli effetti di questi “impegni” civici collettivi non sembrano proprio entusiasmanti.
“In cinque anni abbiamo ridisegnato la Regione”, hanno detto gli esponenti di Fratelli d’Italia che qui, da L’Aquila, hanno fatto il coro alle “celebrazioni romane” del primo “un anno meloniano”.
Ed era, chiaramente, un canovaccio già pronto, dispensato dall’entourage della Presidente del Consiglio, per “autocaricare” di entusiasmo gli addetti alla campagna elettorale. I “Fratelli d’Italia”, infatti, registrano tali e tanti “acquisti” dalla Lega da dare l’impressione di poter “stravincere”, almeno in Abruzzo.
Tuttavia sia chiaro che in questi cinque anni non è proprio vero che hanno ridisegnato la regione e se l’hanno fatto, ciò è accaduto in peggio e non in meglio. Basti guardare con attenzione alle condizioni nelle quali oggi si trovano la sanità e l’occupazione (nei servizi, -6,2%; nelle costruzioni, -21,9%; nell’agricoltura, -26,1%. Sono dati d’informazione che raccogliamo dalle sistematiche e documentate analisi del prof. Ronci, sul secondo trimestre dell’anno in corso. Il bilancio finale sul tasso di disoccupazione è abbastanza pesante: 9%, vale a dire 1,4% in più di quello nazionale che si ferma al 7,6%. Se a ciò si aggiungono le informazioni sul calo vertiginoso della popolazione, soprattutto per le “nostre” zone, la montagna, e la “fuga” della popolazione più attiva, quella tra i 15 ed i 40 anni, appare evidente e dimostrato che il nuovo profilo della regione sia in negativo e non in positivo. Attenti a parlare, quindi, mi vien da dire, perché gli Abruzzesi sanno bene le condizioni di vita nelle quali vivono).
Sanità e occupazione. Eppoi i trasporti e le comunicazioni. Vogliamo parlare delle delusioni, almeno fino al momento, per la vicenda del collegamento ferroviario con Roma; delle incertezze e delle lentezze per gli interventi riparatori su A/24 e A/25 (ora Salvini sceglie di “promettere” una terza corsia sull’A/14. Un buon modo di avviare una campagna elettorale. Tanto più l’obiettivo è lontano nel tempo, quanto più l’elettore non ha possibilità di valutarlo e controllarlo).
E vogliamo parlare dei collegamenti aerei? L’aeroporto d’Abruzzo oramai è un deserto, privo di compagnie aeree e di vettori, per effetto, si dice, delle scelte governative che pesano negativamente sulla gestione delle imprese. Ma la verità è che i servizi a terra sono un disastro risentendo della “vacanza” di gestione che la maggioranza che governa la Regione ha imposto.
Da queste prime battute sembra che a Fratelli d’Italia interessino di più i rapporti interni alla coalizione che le questioni d’interesse collettivo degli abruzzesi. “Ora contiamo”, infatti, è un altro slogan che riecheggia dalla convention dei “meloniani” a L’Aquila. Il soggetto che “conta”, però, non si capisce bene chi sia: il partito o l’Abruzzo? Sembra di capire che sia “il partito”, se è vero che i salviniani scelgono di correre con i meloniani e che fino al momento il Ministro dei trasporti sembra non aver avuto in grande considerazione gli argomenti che Marsilio gli ha sottoposto, nell’interesse delle infrastrutture di questa regione.
E comunque i rapporti tra Meloniani e Salviniani, chiaramente, anche in vista delle elezioni europee non mi sembrano proprio “tranquilli”. Basti pensare che hanno ripreso a “beccarsi” sulla vicenda degli sbarchi, dei flussi di migranti e dei problematici rimpatri; come all’inizio del millennio, con le stesse stucchevoli ed inutili polemiche su un ruolo effimero di un’Europa nella quale la Francia, per autodifesa, al punto in cui siamo sceglie di riabilitare chi dall’UE è uscito nella speranza di poter coltivare meglio, da fuori, un ruolo di prestigio e autorevole. E così facendo non fanno certamente un buon servizio all’interesse nazionale! (Certamente la vicenda è complessa, non si può risolvere, forse, con un inesistente “Piano Mattei”, che nessuno conosce, semplicemente perché finora è uno slogan privo di indicazioni e di comportamenti. E questo gli Italiani bene lo sanno e non da oggi. Ma da questa consapevolezza a far finta di non aver sentito Fini dire che la “sua” Legge, fatta con Bossi, più di dieci anni fa, oggi non serve più a nulla, far finta di non aver sentito Mattarella dire che “il trattato di Dublino è preistoria”, ce ne passa!).
Tuttavia è questa la campagna elettorale che ci aspetta e verso la quale ci stiamo avviando. Con la coalizione di centrosinistra che finalmente pare abbia trovato nell’ex rettore dell’Università di Teramo, D’Amico, lo sfidante di Marsilio. Su questo “fronte” i problemi sono diversi. E ce ne occuperemo tra quindici giorni. Aspettiamo che l’ipotesi di lavoro si sedimenti ed incominceremo a seguirla. Infatti in questi mesi non riteniamo che avremo a disposizione altri elementi di cronaca, su fatti di pubblico interesse, da commentare.