Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#102 - 30/01/2023

Tutti insieme con 'i Restanti'
La cultura non spopola

Prendo lo spunto da due notizie di cronaca di queste ore (25 gennaio u.s., quando scrivo questa nota):
1) per la candidatura di Sulmona a capitale della cultura 2025 non c’è nulla da fare. Tra le dieci finaliste c’è Pescina; 2) quindici associazioni culturali “si stringono intorno a noi” contro il metanodotto.
Lo dico subito (senza voler essere “profeta di sventure”, anzi augurandomi di sbagliare): così come Sulmona “ha perso” la battaglia per l’attesa candidatura del 2025, potrebbe perdere, definitivamente, quella sul metanodotto. (E non perché L’Aquila sia contro di noi. Questo è un ritornello che vedo riprendere con una certa frequenza a proposito o a sproposito, su diverse questioni: dall’ammodernamento del tracciato ferroviario Tirreno/Adriatico alle vicende del Co.ge.sa. e altro. Io, ragazzo del ’46, con un padre dipendente del Ministero della difesa presso quello che era l’ex Distretto Militare di Via Roma, per difendere inutilmente il quale nel ’57 scoppiarono i famosi e storici “moti”, conosco bene questa “litania anti aquilana”; e, per aver fatto politica attiva nelle Istituzioni a diversi livelli per alcuni decenni, posso testimoniare tutto il “danno storico” che questa cultura campanilistica abbia prodotto, quanto male abbia apportato alle persone, alla città e ai cittadini di questo comprensorio…). Ecco perché oggi mi è venuto in mente di accennare ad un’ipotesi di strategia che, invece di essere “piagnona” e “recriminatoria”, tenti di utilizzare la “furbizia”, unita alla “fantasia costruttiva” e di lanciare la proposta che metta insieme il meglio che abbiamo da poter offrire all’attenzione dell’Italia e del mondo: i parchi letterari e la cultura del territorio.

Insieme si è più forti
A proposito delle città “capitali della cultura”, cosa ci insegna la recente esperienza lombarda di Brescia-Bergamo (designate per il 2023)? Che “insieme si è più forti”.
Ora mi torna in memoria quello che scrivevo a marzo dell’anno scorso su “i parchi letterari” di questo nostro territorio, uno strumento importante, utile, se si vogliono cogliere importanti risultati.
Brescia e Bergamo hanno avuto ben tristi vicende che le hanno accumunate, per ottenere il riconoscimento che oggi le premia. (Per carità, senza invidia e tanti meritati riconoscimenti!). Ma noi, oggi, abbiamo la risorsa dei parchi letterari che accomunano Sulmona (con Ovidio, nell’antichità, insieme a Celestino e Carlo Tresca, nella contemporaneità; con i giacimenti di quella che è stata definita “la resistenza umanitaria”) a Pescina (Silone), in un comprensorio territoriale che è inutile ricordare quante ricchezze culturali, naturalistiche, monumentali, gastronomiche può allineare per legittimare la possibilità di essere, per un anno, “capitale” di una fetta di molteplici interessi da tutto il mondo: Anversa con D’Annunzio, Pescasseroli con Croce, Cocullo con i riti legati a San Domenico e ai “serpari”, senza dire di Villalago, Scanno (con i meravigliosi laghi) e una bella fetta di territorio del Parco nazionale d’Abruzzo al quale si collega quello della Majella-Morrone.
Forse poteva essere, questa della candidatura a capitale della cultura ’25, per Sulmona, l’occasione propizia per sperimentare la possibilità di una “rete” capace di mettere insieme un territorio che ha bisogno di essere sostenuto, partendo dalla valorizzazione delle ricchezze che possiede. E, visto che Pescina è ancora in ballo, forse può essere ancora utilizzata; e a marzo, di fronte alla commissione nazionale che dovrà valutare e indicare la città capitale della cultura del 2025; per “i restanti” sarebbe “forte” presentarsi con un quadro d’insieme che riaffermi il concetto che la cultura non spopola ovvero, come nel nostro caso, ri-popola ciò che la politica della “incultura” di fatto, in questi ultimi decenni, sta “spopolando”.
Ovviamente Pescina deve essere d’accordo. E i Sindaci di questo territorio potrebbero proporglielo.

Siamo nelle mani di Meloni e Marsilio
Mentre, a proposito del metanodotto, la questione è di altra natura.
Hanno ragione le associazioni culturali ed i cittadini della Valle Peligna che da anni si battono contro il progetto SNAM del metanodotto (che tra l’altro fa paura, perché siamo in un territorio ad alto rischio terremoto), anche perché non ne comprendono a pieno le finalità.
Tuttavia oggi, più che nel passato, la questione (a mio parere) sta nelle mani di Meloni (e quindi di Marsilio, se lo vuole e se può).
L’accelerazione del Governo su quello che (ahimè!) impropriamente (a parere del sottoscritto) è il cosiddetto “piano Mattei” con il nord-Africa, intanto può essere “spesa” in quanto l’Italia dovrebbe porsi come hub di riferimento per l’Europa per l’approvvigionamento del gas.
“L’impianto di compressione di Sulmona è funzionale al trasporto sulle dorsali della rete nazionale - e alla successiva distribuzione nelle reti regionali - dei quantitativi di gas previsti dai punti di entrata a sud (25 milioni di metri cubi standard al giorno) e dei quantitativi giornalieri aggiuntivi previsti per il campo di stoccaggio di Fiume Treste nei pressi di Cupello (Ch), che per volumi di stoccaggio e capacità di punta è il primo in Italia”. E’ questa la tesi della SNAM, fatta propria dal Governo-Draghi e sposata (ribadita ed enfatizzata) da Giorgia Meloni in Algeria e Libia in queste ore; tesi sulla quale il Governo in carica, al punto in cui sono le relazioni internazionali, a causa della guerra e di tutto quello che quotidianamente sappiamo, gioca tutta la politica estera che può giocare fino al punto di “rileggere” (e re-interpretare a suo modo, cosa che mi suggerisce qualche perplessità!) la vicenda di Enrico Mattei e le prospettive politiche che il fondatore dell’ENI pensava di portare a compimento (tant’è che ENI, con Descalzi che ha accompagnato Meloni in questa missione, sta studiando con gli algerini un nuovo gasdotto tra Algeria e Sicilia, parla del superamento dei “colli di bottiglia” per il trasferimento degli approvvigionamenti di gas; e SNAM, da parte sua, ha recentemente rilanciato un aggiornamento dei gasdotti e rigassificatori… E tra i “colli di bottiglia” che impedirebbero il passaggio del gas e quindi la realizzazione del piano, ia chiaro, ci siamo noi, qui).
Fanno bene i movimenti popolari a rappresentare tutte le perplessità e le paure che abbiamo per quest’operazione.
Ma non è più utile, realisticamente, che le centrali della politica, Marsilio per esempio, studi con i Sindaci di questo nostro territorio le condizioni attese ed utili affinché progetti di interesse nazionale ed internazionale vedano la luce?!

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