'TUA' fa 'fuori' la Valle Peligna
La domanda è: a che gioco giochiamo? L’Aquila, Teramo, Mosciano Sant’Angelo, Vasto, Avezzano, Pescara, Lanciano e Montesilvano avranno nuove stazioni di servizio del vettore pubblico regionale (“Tua”) che ha il dovere di garantire l’ammodernamento e la riqualificazione del sistema regionale della mobilità degli Abruzzesi. Ma Sulmona non c’è. È una “infantile distrazione” o una cattiva scelta? Lo vorremmo sapere; come sulmonesi, ma anche come peligni, sagittari, subequani, insomma, cittadini di questo Abruzzo interno, tanto interno che oramai sembra non ci veda proprio più nessuno.
Sono mesi che parliamo di “ripresa, resilienza e…” quant’altro; abbiamo gioito quando si è dotata la ZES di strumenti finanziari per incominciare a costruire il futuro economico di questa regione e ancora in questi giorni ci preoccupiamo di vedere la cantierizzazione della velocizzazione dei collegamenti Tirreno/Adriatico, su gomma e ferrovia (e ci preoccupiamo ad ogni accenno di problematica che possa dare a qualcuno la scusa per dire che sono opere costose e difficili e che “chissà se valgono il gioco….”); seguiamo con ansia e particolare attenzione le promesse del Ministro Nordio sulla proroga della chiusura del Tribunale, sperando che non si tratti di una fola… quando qui, ora scopriamo che un gran numero di paesi (sì, proprio quei paesi che si lamentano per i servizi sanitari insufficienti, per l’abbandono che li caratterizza, per le strade impervie, franose e caratterizzate da buche pericolose; proprio questi paesi…) sono tagliati fuori dal piano di “ammodernamento e riqualificazione” per i quali l’amministrazione del vettore regionale ha ricevuto stanziamenti e si appresta a cantierare opere ed interventi!
Dai!... non ci vogliamo credere. Diciamo che abbiamo anticipato… il carnevale. Manca più di un mese, ma va bene così. Ridiamoci sopra; aveva ragione Gigi Proietti: “’na risata aiuta a vivere” ovvero, all’inizio del secolo scorso, aveva ragione Michail Bakunin: “una risata vi seppellirà”.
Per la verità oggi avevo intenzione di scrivere di tutt’altro. Catturato dalla scelta del Sindaco di Sulmona di candidare la città d’Ovidio, per il prossimo triennio (da ottobre di quest’anno, se ho ben capito), a sede del Democracy festival, il luogo dove tradizionalmente si danno appuntamento gli europei convinti, per alcuni giorni l’anno, tra dibattiti, incontri, workshop, spettacoli, visite guidate, escursioni naturalistiche e soprattutto per confrontare idee che hanno a che fare con il futuro di ciascuno e la prospettiva di miglioramento della vita che legittimamente tutti cerchiamo e immaginiamo (cioè per fare “la politica”, quella partecipata ed in qualche modo “diretta”, che propone alla classe politica dirigente iniziative e cose da fare, cose che stanno a cuore a tutti, perché aiutano a risolvere i problemi quotidiani), catturato da questa decisione (ottima scelta, Sindaco) avevo pensato di chiedere un’intervista al mio amico dei tempi andati, il sulmonese prof. Paolo Macry, promotore dell’iniziativa, con il quale ho attraversato e condiviso gli anni del Ginnasio-Liceo in quell’Istituto che in Piazza XX Settembre (prima o poi riaprirà, auguriamocelo) era l’anima e la vita di una Valle Peligna (allargata, perché all’epoca arrivavano anche molto ragazzi da Valle Pescara!) e che tra gli anni cinquanta e sessanta fu capace di costruire lo sviluppo degli anni settanta e ottanta, perché sostenuta da una classe politica dirigente (cittadina, provinciale e regionale) in grado di capire che lo sviluppo del cuore dell’Abruzzo sarebbe stato il volano per il decollo di tutta la regione (come storicamente avvenne); avrei voluto sentire Paolo per parlare di questa bella iniziativa, indipendentemente dalla possibilità oggettiva che la stessa possa produrre miracoli per l’ambiziosa candidatura di Sulmona per 2025. E quindi offrire alla riflessione dei Sindaci del comprensorio le prospettive concrete che si legano a queste giornate, per persone provenienti da ogni parte d’Europa, la predisposizione un’accoglienza attenta ed accurata capace di generare quell’effetto moltiplicatore di interessi come ricordo della bellezza e delle ricchezze di questo territorio.
Avrei voluto, nello stesso tempo, spingere il Sindaco di Sulmona ad utilizzare l’occasione per chiamare a Palazzo San Francesco tutto il territorio e legare all’evento gli interessi municipali di questo Abruzzo interno così in difficoltà; Insomma avrei voluto lanciare una proposta di speranza e di forza, nella ricerca di un futuro importante che possiamo costruirci.
Invece, la lettura della sbadataggine di “Tua” (sbadataggine? Oppure scelta consapevole? Ed eventualmente, finalizzata a cosa?) sinceramente mi ha avvilito, demoralizzato, fatto ritornare alle “nostre miserie ordinarie”. E allora, parlando di cose concrete, mi permetto di chiedere ai Sindaci del territorio: a voi sta bene questa decisione?