Marsilio mica se la passa troppo bene
Un recente sondaggio sull’attuale livello di gradimento dell’amministrazione regionale in carica in Abruzzo, effettuato tra il 10 ed il 13 novembre, reso noto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e da noi, su questo sito, pubblicato in data 15 novembre, ha confermato (con tutte le contraddizioni che evidenzieremo) l’allineamento degli Abruzzesi al gradimento espresso, a livello nazionale dal 25 settembre ad oggi, a favore del centrodestra (47,4%), con la spiccata propensione di FdI a distaccare di molto gli alleati (29,2%; contro F.I. al 9,4%, Lega al 7,1% e noi moderati all’1,7%).
Tuttavia lo stesso sondaggio registra due dati sui quali vale la pena di proporre un’analisi interpretativa. Innanzitutto che circa 10 punti di distacco si registrano tra l’indice di gradimento della coalizione e l’apprezzamento dell’amministrazione Marsilio, ferma al 39,1%; poi che l’8,3% degli elettori del centrodestra non apprezzano il lavoro fin qui svolto, a tre anni e mezzo circa dall’insediamento, del Presidente Marco Marsilio, con un “preoccupante” (per lui) 18,80% degli intervistati che dichiara di “non averlo mai sentito nominare” (questa era la domanda alla quale hanno dovuto fornire una risposta secca: “sì/no”).
Che pensare? Come interpretare questa informazione?
Evidentemente (la cosa non riguarda certamente chi firma questa nota), considerata la fonte dell’informazione (sicuramente quanto meno “non ostile”), valutate le contraddizioni tra i ribaltamenti politici emersi con la consultazione del 25 settembre, l’indubbia affermazione di slancio di FdI, a fronte di una sorta di “rimpianto” per l’azione svolta dal Governo-Draghi (azione il cui apprezzamento, proprio in questi giorni, rispetto alla fine di settembre, continua a crescere, nei sondaggi nazionali, quindi anche tra gli Abruzzesi), da uomo di strada, mi chiedo: che senso ha, per esempio, il giudizio di “gravemente insufficiente”, nella valutazione dell’azione di Governo regionale fin qui espressa dalla Giunta-Marsilio. di quel 34,62% che dichiara di conoscerlo e che forse aspettava ed aspetta, dopo tre anni e mezzo (!), che si manifestino le prospettive di cambiamenti attesi? Che senso ha questo modo ondivago e contraddittorio, appunto, tra quel che si pensa e quel che si scrive, nel segreto dell’urna?
Se fossi in Marsilio, onestamente, ci penserei; quanto meno affiderei a professionisti delle analisi socio-politiche e delle tendenze delle opinioni, studi dettagliati ed approfonditi: è un problema di comunicazione che non funziona; è questione di attuazione del programma; è approssimativa conoscenza dei bisogni veri delle popolazioni amministrate? Cos’è che non funziona, nei rapporti tra “scelta politica” espressa in voti ed afflato, gradimento vero di quel che si fa, tra chi ha la responsabilità di scegliere e governare e i destinatari delle scelte, il popolo, cioè.
Attenzione, perché ora, dopo i proverbiali “giorni della sposa” (pur complicati e condizionati da un mancato accordo europeo sul price-cap del gas) s’incomincia a fare sul serio (almeno sembra). Qualcuno (Salvini) avrebbe già voluto far decollare i temi più accattivanti, per lui: revisione costituzionale e autonomia regionale differenziata. Meloni pare gli abbia fatto capire che se ne riparlerà l’anno prossimo. Ma alcuni danni sono stati già prodotti. Non si potrà parlare di autonomia senza aver precisato, definito e stabilito “il come”, “i LEP” e “il chi” (decide). E Marsilio, da quello che abbiamo potuto leggere dalle cronache nazionali nel momento in cui Calderoli ha avviato l’esame dei sei sei/sette articoli che aveva abbozzato per questo ddl (che poi, stranamente, marcia indietro, è diventato un semplice appunto informale) non ci sembra che abbia espresso “divieti di passaggio”, a differenza di altri suoi colleghi, presidenti delle regioni del centro sud!
Senza rivendicare alcunché, ricordo che tre anni e mezzo fa, al momento dell’insediamento, avevamo trovato il modo di dire a Marsilio di guardare con attenzione la questione dell’autonomia differenziata, che già da allora sembrava essere un tema caldo!
Oggi potrebbe diventare (anche) una tempesta. Ed il Presidente che sembra non se la passi troppo bene, in quanto a indice di gradimento, potrebbe esserne travolto!