Come non ricordare la lite dei bambini?
Avrei voluto occuparmi di notizie consolatorie: la festa del ringraziamento che torna ad Introdacqua, gli incontri con l’Europa dei ragazzi del Polo Ovidio, lo stanziamento di fondi Pnrr, tutti da impiegare per il sistema sanitario del territorio (14 Milioni, non è cosa da poco!). Notizie belle che ridanno speranza. Ma non posso.
La rassegna stampa di queste ultime ore mi conduce, (ob torto collo, per forza, cioè), ad occuparmi di cose che personalmente ritengo assurde, ma che sono pericolosissime: la “lite”, tra Meloni e Macron, sull’approdo di una nave Ong (la Ocean Viking) che trasportava emigranti. Avete capito bene: il pasticciaccio diplomatico dei “sovranismi contro”; e come avrebbe potuto essere diversamente, c’era da aspettarselo!
Un problema che oramai ci trasciniamo da più di dieci anni e che è sempre lo stesso:a chi spetta di “accogliere” (soccorrere) disperati che scappano da guerre o da una vita privata di speranze; dove accogliere queste persone, come accoglierle….
Nei mesi passati, presi dal resto (che è ancora qui, immanentemente e terribilmente presente: pandemia e guerra per l’aggressione russa all’Ucraina) non se n’era più parlato, di queste diatribe; sulle quali l’UE stenta a dire una parola chiara, soprattutto a causa dei paesi -Visegrad. Ma con l’insediamento in Italia (Meloni) di un governo che deve fare i conti con le visioni sovraniste di Salvini o neo-sovraniste di chi vuol strillare più degli altri, nel tentativo di recuperare consensi, con queste “visioni” che girano in Italia e in Europa, ad onta delle questioni più urgenti (crisi economica, energetica; crisi delle ragioni fondative profonde dell’UE che in un momento così difficile e teso si ritrova a fare i conti con Putin ed i neo imperialismi cari ai “malcelati putiniani” di nuova generazione), nonostante l’eredità draghiana degli ottimi rapporti con la Francia, per dare sostanza (ideologica) ad un modo di essere del Governo nazionale , si è tornati al “contrasto”: “cattivo è stato lui (rivolto ai francesi), cattiva è stata lei, (rivolto agl‘italiani), ha rotto i miei giocattoli, e lei ha rotto i miei…”.
Dire che la cosa non ci può interessare di meno non è corretto. Anzi, è ingiusto e pericoloso.
Diciamocelo con franchezza: se c’è una questione che l’UE deve assolutamente ed inequivocabilmente definire è questa che, come accennavo, ci portiamo dietro da più di dieci anni (quante volte, in questi anni abbiamo che bisognava ridefinire il trattato di Dublino!): da quando il fenomeno dell’emigrazione transcontinentale (pericolosamente spontaneo o colpevolmente organizzato) è diventato pesante, per i paesi frontalieri (tra i quali certamente l’Italia è il più facilmente approcciabile), ma non solo; anzi soprattutto per l’attribuzione definitiva, dopo la prima accoglienza degli emigranti, tra i Paesi europei disponibili all’integrazione.
Ma lo sappiamo bene. Il fenomeno, tristissimo, specie se strumentalizzato, nasce non da scelte di chi (come dice qualcuno) fa il “turista per forza”, ma dal bisogno universalmente riconosciuto e protetto di affermare un personale e legittimo “diritto alla vita”. Eppoi, una cosa è il problema dei paesi frontalieri, quelli come il nostro dell’approdo immediato e del soggiorno momentaneo, altra cosa è il problema di chi, approdato, cerca (come sappiamo che avviene) nuove destinazioni, nel continente europeo, per tentare di riprendersi quel diritto all’esistenza, che significa lavoro ed integrazione in uno stato straniero, rispetto a quello di origine o di provenienza. (Siamo il “Paese frontaliere” certamente più esposto, è vero. Ma sono pochissimi, coloro che, sbarcati, restano in Italia! Diciamocelo con franchezza!).
Insomma non c’è da insistere. Questi anni duemila si stanno caratterizzando con questa preoccupante zavorra. Dunque, ha sempre ragione “la mamma” (di quella bellissima filastrocca dell’infanzia): “la colpa, bimbi miei/ fra due che si bisticciano l’han sempre lui e lei” dunque in cantuccio subito dovete entrambi andare” …pensateci, prima di litigare!
Ma forse ha ragione chi in questi giorni sta tentando di dimostrare che c’è in giro una sorta di cinico interesse politico a drammatizzare questi avvenimenti, per ragioni diverse: riaffermazione dei concetti cari ai sovranisti di ogni latitudine, ovvero distrazione delle masse dalle problematiche più scottanti e difficili da soddisfare. Soprattutto se si è vinta una campagna elettorale assicurando mari e monti.
Infatti, avremmo altro cui pensare. Per esempio, appunto, spendere subito e bene, i 14 milioni del Pnrr per rimettere in qualche modo in piedi un sistema di assistenza sanitaria territoriale che in questi ultimi anni, da noi, si è ridotto allo sfacelo. E Marsilio, a proposito di Sanità, dovrebbe preoccuparsi molto del fatto che se il debito complessivo regionale arriva a 250 Milioni, si ritrova un’assegnazione del Pnrr insufficiente a coprirlo. Siamo alla vigilia di un nuovo commissariamento della sanità, commissariamento con “amministrazione controllata”? Serriamo di no, altrimenti sì che sarebbero guai. Forse i 14 milioni, di cui una parte già utilizzati (ma noi lo contestiamo!) non ce li risolvono tutti i problemi…
Ma intanto ora mettiamoci a lavorare. Ne abbiamo bisogno.