Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#95 - 17/10/2022

Siamo fatti così? Nessuna meraviglia

Oggi mi occupo di due fatti di cronaca che mi piace mettere in parallelo, tanto per tentare di dimostrare che non dovremmo meravigliarci di nulla, che tutto può succedere nell’Italia nella quale viviamo.
I fatti sono: 1) la elezione del presidente del Senato, Ignazio La Russa; 2) la “discutibile” sentenza del Tribunale di L’Aquila, in sede civile, che attribuisce il concorso di colpa ad alcune vittime del terremoto del 2009, per non essere scappate di casa, dopo la seconda scossa che ha preceduto quella catastrofica.
Siamo fatti così; ci capita di vivere in un momento storico, in una cultura che fa della precarietà la sua stella polare…ma dobbiamo saperlo e ce ne dobbiamo ricordare sempre.

Una maggioranza inesistente.
Il Senatore, Ignazio La Russa, autorevole e storico rappresentante di FdI, raggruppamento guida della maggioranza di centrodestra che ha stravinto (con l’ammasso del 47% circa dei consensi) le elezioni politiche del 25 settembre scorso, è stato eletto alla seconda carica dello Stato (la presidenza di Palazzo Madama) con il voto determinante di consensi provenienti dagli scranni dell’opposizione (chi dice 15, chi 20). Pare che siano stati per lo più gli eletti nello schieramento di FI in particolare a negargli il consenso. E il perché sarebbe da ricercare nel mancato accordo, al momento del voto, sulla composizione del Governo del quale si potrà incominciare a parlare soltanto dopo le consultazioni del capo dello Stato annunciate per metà settimana.
Insomma una pantomima (direi) tragica, messa in scena così, quasi con “il sorriso sulle labbra”, come se nulla fosse, come se non fosse tragicamente serio, scherzare con le Istituzioni, con la seconda carica dello Stato, con chi è chiamato, per assenza o impedimento del Presidente della Repubblica, a sostituirlo, in tutto e per tutto!
Insomma, fino alle 13,30 di giovedì scorso, quando lo squallido spettacolo si è manifestato, l’accordo tra Meloni, Berlusconi e Salvini non c’era. Ma l’ordine del giorno della seduta a Palazzo Madama prevedeva l’elezione del Presidente e FdI ha ottenuto quello che voleva (pur frantumando l’autosufficiente maggioranza che gli Italiani con il voto del 25 settembre hanno decretato).
Tuttavia il Governo, presumibilmente guidato da Giorgia Meloni si farà.
Forse il problema vero sarà vedere come e fino a quando potrà durare. Se il “buon giorno si vede dal mattino”!...
(E qui tornerebbero attuali le valutazioni sulle quali anche noi stiamo ragionando da qualche tempo, sulla inaffidabilità e sull’irresponsabilità della classe politica dirigente ma anche di chi la determina, sinceramente. Valutazioni che anche noi ci siamo permessi di fare a caldo, dopo il risultato elettorale acquisito, a proposito del significato di un voto che ha frantumato il consenso che Draghi sembrava raccogliere non soltanto nel mondo, ma anche in questa piccola Italia!).

Il concorso di colpa.
Il Tribunale di L’Aquila, in sede civile, dopo 13 anni, raccogliendo una richiesta dell’Avvocatura dello Stato a difesa dei Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture, ha emanato una sentenza che brucia sulla pelle di tanti sopravvissuti (non soltanto aquilani doc ma Italiani, direi) che quella terribile notte (del 6 aprile 2009) hanno perso figli, mogli e/o congiunti, che travolti dalle scosse e sconquassarono Via Campo di Fossa in L’Aquila.
Le vittime, ha sentenziato il Giudice, non avrebbero dovuto trattenersi all’interno dell’edificio che gli si accartocciò addosso, dopo le prime scosse di terremoto.
Senza essere frainteso, soprattutto senza rischiare l’irriverenza, mi viene da dire, riprendendo l’indimenticabile Enzo Jannacci: ”Se me lo dicevi prima”!
Non è possibile. Quasi da non crederci. Ma allora chi si è fidato, all’epoca, delle comunicazioni, delle reiterate e assillanti raccomandazioni della Commissione Grandi rischi, appunto, ha commesso un reato?!

Basta. Fermiamoci. Resettiamo (il più possibile) quello che quotidianamente ci accade, serenamente.
E cerchiamo di assumerci responsabilità personali, sceverando la forma dalla sostanza di quel che accade. Per capirci qualcosa, mica per altro! Altrimenti vivere sarà sempre più complicato.

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