Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#92 - 05/09/2022

Le prospettive del Governo (1)

Incominciamo dalla politica estera (…nei successivi appuntamenti parleremo di altro).
Ho l’impressione che emergano già contrasti, all’interno della possibile maggioranza di destra su temi fondamentali quali: Atlantismo, Europa e l’aggressione della Russia all’Ucraina.
Tutti danno l’impressione di essere “atlantisti”, anche se alcuni (come Meloni) arrivano oggi su queste posizioni, mentre nella storia di Forza Italia, per esempio, certe scelte sono identitarie (come per il PD e Letta, pur se il segretario ha voluto fare coalizione con chi “atlantista” orgogliosamente non lo è!?).
La Lega (per lo meno, Salvini) manifesta posizioni strumentali. La Lega, per esempio, insieme a parte di Fratelli d’Italia, dà l’impressione di leggere l’Atlantismo in termini “anti-europei”. E non sarebbe cosa da poco. Fare “le pulci”, oggi, infatti, sulle sanzioni attuate nei confronti della Russia, come strumento di dissuasione dall’aggressione riservato agli ucraini, significa, sostanzialmente schierarsi con Putin (anche se, obiettivamente, le “sanzioni” hanno ripercussioni economiche negative nei Paesi dell’UE che le attuano. Ad essere onesti lo sapevamo. Chi fa finta di scoprire oggi questo, fa soltanto “demagogica campagna elettorale”. L’approvvigionamento delle materie prime, nel mondo globalizzato che la guerra sostanzialmente sta spazzando via, provocherà per i sistemi economici europei un autunno difficile). Tuttavia: come evitare il rischio di una terza guerra mondiale pur volendo garantire i principi fondamentali dell’autodeterminazione di un popolo, dopo la tristissima esperienza che ha sconvolto il mondo settanta anni fa e che non deve più ripetersi?
Ecco così, brevemente, dimostrato che c’è poco da cincischiare su queste “posizioni” le quali o “sono” o “non sono”. Siamo in una situazione nella quale il confine tra affari interni di un Paese e affari esteri si fa sottile, addirittura trasparente. A Rimini lo ha detto chiaramente Draghi (applauditissimo): “la credibilità interna deve andare di pari passo con la credibilità internazionale”. Ma Draghi è Draghi; ed è stato cacciato da Palazzo Chigi proprio da chi si candida ad andarci. E questo dovrebbe farci riflettere. Chi vuole Governare il nostro Paese deve dire con chiarezza da che parte sta.
Ora posso sbagliare, ovviamente, ma a me sembra che i residui rappresentanti di Forza Italia stanno da un’ altra parte; Meloni, oggi, dopo un lungo travaglio (che di recente l’ha già portata in America, quasi a dare “rassicurazioni”) ha capito che senza una parola chiara su questo non può candidarsi a Palazzo Chigi; Salvini (almeno lui, nella Lega) gioca molto sull’equivoco che, nella difesa degli interessi spiccioli di chi gli chiede “protezioni”, giustifica linguaggi diversi a seconda dell’uditorio che l’ascolta! M così non va bene affatto.

Allora? Allora ci vorrebbe davvero un impegno pubblico (tipo quei contratti che farsescamente nel 1991 Berlusconi firmò platealmente nelle “mani” di Bruno Vespa da Rai1). Ma l’AGICOM ha detto no, raccogliendo le lamentazioni di quanti all’incontro programmato da Vespa avrebbero voluto starci.
La “par conditio”. È vero che i confronti televisivi con troppa gente non servono proprio a chiarire le posizioni di ciascuno. Ma è altrettanto vero che, piaccia o non piaccia, il tentativo di bipartitismo o di bipolarismo, risalente ai tempi che ispirarono la “par conditio”, in Italia è fallito come è fallito ogni tentativo (elettorale e politico) finalizzato a semplificare il confronto fra i protagonisti dell’agone.
Tuttavia questo non può significare che i confronti pubblici tra i leader dei raggruppamenti non si debbano svolgere, in qualche modo.
Insomma: il cittadino non può essere orientato da Facebook, Twitter, Instagram e compagnia bella…
E siccome i comizi nelle piazze non si fanno, se non in casi eccezionali e magari il venerdì prima del voto, se ci togliamo anche le occasioni di “chiasso” in TV (pubblica o privata che sia) che ci resta? “Il nulla”, mi ha risposto un amico, con il quale facevo questo ragionamento. Speriamo che non sia troppo tardi.

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