Marsilio "dovrebbe provare profonda vergogna"
Glielo ha scritto il comitato dei cittadini per l’ambiente, che da anni coordina la battaglia No Hub del Gas.
Così, semplicemente, senza diplomazia, papale papale. Gli ha rimproverato di “non essere degno di ricoprire la carica per la quale è stato eletto” perché non ha mai partecipato agli incontri, a diversi livelli, compresi quelli nazionali, nei quali si è affrontato il problema del metanodotto; e si è fatto rappresentare, sempre, da funzionari di enti collaterali (a differenza dei suoi predecessori, D’Alfonso e Chiodi, che durante rispettivi mandati hanno adottato atti formali coerenti con le posizioni delle popolazioni interessate, contrarie al percorso progettato per il metanodotto. L’11 maggio scorso, il dipendente del Genio Civile, in rappresentanza della Regione, nella riunione svoltasi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha manifestato l’ignoranza del problema in discussione ed ha “avallato in maniera del tutto acritica le tesi della Snam e del Governo favorevoli all’opera”, hanno scritto).
Ora, nel merito, si può anche non essere d’accordo con la tesi dei Comitati No Hub. Resta “la forza” del modo di condurre questa battaglia e “la chiarezza” con la quale questi nostri concittadini hanno pubblicamente espresso nei confronti dell’attuale Presidente della Regione quello che pensano. E quanto meno, gli estensori della nota meriterebbero una risposta, evidentemente a discolpa delle omissioni che vengono civilmente e apertamente contestate.
Ma tutto tace, come se nulla fosse accaduto.
Forse questo è il modo che usa la Giunta regionale in carica per affrontare le questioni, anche le più spinose.
Zitti; si sono imposti “il silenzio”, come tattica di comportamento di fronte alle contestazioni degli Abruzzesi, in ordine sparso, ovvero dei rappresentati dagli Enti (?). Fanno finta di non aver sentito il fastidio che molti avvertono di fronte alle polemiche sulla sanità, per esempio, ovvero sulla gestione dei fondi del Pnrr. Come se fossero falsità, le ragioni delle contestazioni.
In altre parole, (è accaduto?) un Sindaco chiede di essere convocato per affrontare un argomento “scottante”, quale quello del finanziamento dei lavori residuali per l’Ospedale di Sulmona e della funzionalità dell’organico (e delle strumentazioni) di questo nosocomio(?).
Non si risponde nemmeno. Indirettamente si smentisce (unilateralmente e apoditticamente) la contestazione, da qualunque parte provenga: semplici cittadini, Sindaci, Sindacati, organizzazioni di base.
Recentemente a livello nazionale (con la partecipazione di autorevoli partecipazioni: esperti riconosciuti, Enti pubblici e privati di rilievo) proprio a proposito dell’uso dei fondi del Pnrr si è ripreso un confronto-dibattito sul ruolo decisivo e prospettico dell’Italia Centrale nello sviluppo nazionale che verrà, a cantieri Pnrr ultimati (auguriamoci in tempi utili). Un dibattito che “ci” riguarda e “ci” coinvolge. (E’ questa la ragione degli investimenti sulla ZES!).
L’Abruzzo è assente; ovvero, se è presente, non appare.
A proposito di Pnrr. Un’altra opera alla quale questa parte delle zone interne dell’Abruzzo è particolarmente interessata è quella relativa alle infrastrutture (ferroviarie ed autostradali) per le quali chi segue la cronaca quotidiana regionale ha modo di registrare le difficoltà oggettive che i progettisti stanno incontrando nel confronto con i territori interessati (e ancora non si parla della tratta ferroviaria che più delle altre “ci” investe: la Sulmona-Avezzano). La domanda è: cosa bolle in pentola? “Ci” aspetta, per caso, il rovescio di una proverbiale doccia fredda quando, come spesso è accaduto nel passato, “ci” verrà detto che non c’è tempo per correzioni condivise (?). Oggi, pertanto, potrebbe essere più utile “tacere”. Auguriamoci di no.
Ma la cosa più strabiliante è che ad essere assente non è soltanto il confronto con la pubblica opinione regionale, su questo e altri temi; ma soprattutto in Consiglio regionale, ove sembra che quando (e se) si apre il dibattito su una questione, spesso si finisce con una querelle che usa un gergo amicale e da bar, svilendo i contenuti e le ragioni del confronto, eludendo, così, un’auspicabile sintesi tra legittime posizioni contrapposte (come civilmente e democraticamente, nelle istituzioni, normalmente è d’obbligo, tra maggioranza e opposizione).
C’è una ragione di peso politico (del territorio)? Può essere; anche perché sembra che altre zone, forse più organizzate delle nostre, riescono ad avere “attenzione” che da noi sembra negata; ma sinceramente mi auguro di no. Infatti, al di là delle complicate (o poco sopportabili) valutazioni sul peso politico dei territori, le questioni sulle quali dovrebbe svolgersi un confronto costruttivo tra la Giunta regionale e i cittadini abruzzesi interessa e riguarda tutti. Perché se l’Abruzzo interno continua tristemente ma inesorabilmente a decadere, negativamente pesa su tutti. E chi ha fatto politica attiva nei decenni passati non soltanto conosce bene queste dinamiche ma potrebbe documentare ampiamente cosa e come ha fatto per contribuire, insieme ad altri (nelle Istituzioni) anche di segno politico diverso, ad invertire tendenze che sembravano cristallizzate ed irreversibili. Ma furono ribaltate, con la soddisfazione di tutti.