Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#83 - 26/04/2022

A parlar chiaro

Sembra che Pasqua e pasquetta siano andate bene, almeno a vedere gli umori (ed i reports) che circolano tra chi aspettava il ritorno dei turisti (sembra sia stato superato il milione di presenze, da paesi stranieri, in particolare: Francia, Spagna, Germania, Olanda, ma anche da Lazio, Puglia e Campania) e le partecipazioni di massa alle manifestazioni alle quali siamo tanto legati. (Speriamo bene, mi sento di aggiungere. Il Presidente Draghi ed il Sindaco di Sulmona sono “asintomaticamente” chiusi nelle rispettive abitazioni abituali, perché positivi al Covid-19. Un doppio “in bocca al lupo”, in attesa di rivederli attivi in presenza).
Certo: la pandemia stenta a demordere, anzi proprio in Abruzzo, e da noi in particolare, sono preoccupanti le recrudescenze di contagi; ma chi dice che si deve stare ancora molto attenti (alle vicinanze e all’uso appropriato delle mascherine), rischia il linciaggio pubblico, ora che si è in attesa del 1° maggio, giorno in cui delle mascherine potremmo farne a meno anche al chiuso (!).
La guerra ai confini orientali dell’Europa non accenna a scemare (ma c’è anche chi subdolamente insinua che la difesa di certi “alti” interessi geopolitici portano a raccontare “esagerazioni”. Allora: staremmo rischiando un’“ecatombe da fake news”, dall’una parte e dall’altra dei contendenti? Non è possibile; i 4 milioni di profughi, quasi esclusivamente donne e bambini, non sono una cosa inventata. Sono la testimonianza della tragedia che stiamo vivendo).

Nel frattempo, tornando al quotidiano di tutti, mi viene da chiedere: ma che punto sta l’ammodernamento del “polo” impiantistico del Cogesa? Che dovrebbe comprendere tutte le autorizzazioni che andranno ad aumentare le capacità di trattamento dei singoli impianti per cogliere l’obiettivo dello Zero-Waste. In particolare: il nuovo trattamento del rifiuto urbano indifferenziato che si sostanzia sia nel recupero di materia (carta e plastica), che di energia attraverso la produzione di Css (Combustibile solido secondario), una materia prima cosiddetta “End of Waste”, da utilizzare al posto delle fonti non rinnovabili negli impianti oggetto del decreto Clini (cementifici e centrali termoelettriche).
Usiamo piangerci addosso per il ridimensionamento delle previsioni di crescita del PIL (soprattutto come effetto indotto negativo della guerra dei russi contro gli ucraini), proprio noi che aspettiamo da decenni una prospettiva consolatoria su quest’argomento perché abbiamo uno spasmodico bisogno di posti di lavoro (avete visto cosa accadrà dal prossimo settembre alle scuole abruzzesi? Circa 3000 alunni in meno. Con il rischio di tagli catastrofici agli organici (docenti e ATA) da sventare, a tutti i costi. E noi della montagna, dove sono difendibili ancora le classi con pochi alunni, pur contribuendo alla negativa statistica in maniera considerevole, a causa del continuo spopolamento, possiamo anche uscirne, in proporzione alle penalizzazione dei grossi centri, con il minimo “pegno” da pagare. Ma la prospettiva futura è tragica. Perché non sono solo più le piccole e medie imprese a “morire” (una su quattro, hanno ribadito di recente gli esperti osservatori e studiosi di questi fenomeni) ma anche i presupposti fondamentali che legittimano la speranza del futuro, cioè i bambini.
Ebbene, di fronte ad un’opportunità che ci è stata autorizzata già da tempo e sta perfettamente nella logica della ricerca e della valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili (cfr. il noto Recovery europeo) ed in teoria potrebbe assicurare posti di lavoro anche qualificati, non mi sembra, al netto della mia personale ignoranza di novità di cronaca, che qualcosa si stia muovendo, né da parte della gestione dell’Ente, né da parte dei Sindaci che sull’Ente, anche di recente, fanno a gara nel ribadire mugugni e perplessità su una gestione sicuramente difficile e problematica che non potrà mai cambiare da sola, se, appunto, non si interviene con uno scossone capace di rimettere in corsa uno strumento che oltreché esser salutare per il territorio, genera occupazione e comunque dà lavoro “autogenerando” PIL.
Non abbiamo certamente dimenticato i commenti entusiastici di Nicola Guerra, presidente del CdA del Cogesa all’indomani della comunicazione del Provvedimento autorizzativo regionale che praticamente dovrebbe consentire la trasformazione di tutta (o quasi) l’attuale situazione impiantistica per rendere non soltanto efficace ed efficiente il servizio di raccolta differenziata, ma addirittura produttiva ed economica l’impresa (e mi sembra di capire che i problemi più grossi del Cogesa siano proprio riconducibili alla gestione economica e finanziaria). Sì, ma bisogna muoversi. Perché le “novità” non nascono… per incanto!

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