E' il momento di fare bene i conti
Siamo arrivati alla distribuzione delle risorse finanziarie del Pnrr per ristrutturare il servizio sanitario nazionale, messo a dura prova dall’esperienza della pandemia. E l’Abruzzo, lo sappiamo, avendo bisogno di rimetter mano, seriamente, all’assistenza territoriale (soprattutto a quella “di prossimità”, quella cioé vicina alla gente) deve essere attento e pronto a contrattare con il Governo i bisogni ai quali dare risposte.
Lo sappiamo bene, noi, in questa zona nella quale “l’assistenza di prossimità” (unita alla problematicità di un’orografia non facile) lamenta da anni deficienze, carenze macroscopiche e lentezze che, messe insieme al progressivo e triste “declassamento” (di fatto) del presidio ospedaliero del territorio (il S.S.Annunziata di Sulmona), sostanzialmente costringono spesso i cittadini a ricorrere a cure fuori regione, con disagi personali indicibili per i cittadini ed aggravi di spesa per il Servizio sanitario regionale (la mobilità passiva, che pesa negativamente sulle risorse che il SSN garantisce).
Pertanto è questo il momento di farsi bene i conti di quel che occorre, con buona pace di chi (Presidente della Giunta regionale e assessore alla sanità) dice e “sdice” (clamorosamente contraddicendosi) sull’ammontare delle risorse da noi attese.
Allora, venendo al dunque: recentemente abbiamo avuto la notizia dell’assegnazione di 8 milioni e 400.000 euro (presumiamo) per la sistemazione della sicurezza antisismica (euro che dovrebbero essere utilizzati, se abbiamo ben capito, per completare opere di cui da tempo si parla sulla cosiddetta ex ala vecchia dell’Ospedale: interrare la centrale tecnica, abbattere il vecchio manufatto e trasformarlo in una palazzina per gli uffici, realizzare la piattaforma per le esigenze dell’elisoccorso fondamentale per attrezzare al meglio il servizio di emergenza).
Il Sindaco di Sulmona, Di Piero, immediatamente, si è detto perplesso sull’adeguatezza dei fondi messi a disposizione, in considerazione del fatto che per queste opere, unitamente al riscatto del “leasing in costruendo” della struttura già realizzata e resa operativa di recente (20 milioni) la Giunta D’Alfonso a suo tempo aveva accantonato 30 Milioni (Marsilio e Verì negano, per modo di dire… Recente è la polemica tra alcuni consiglieri regionali di minoranza e la Giunta, raccolta da Di Piero e dal Consiglio Comunale di Sulmona sul malcelato storno di questo “lascito” per un’opera anch’essa attesa da tempo nella Marsica, la costruzione del nuovo Ospedale di Avezano. Marsilio e Verì, portati alla polemica si sono affrettati a rassicurare tutti che i trenta milioni sarebbero stati comunque garantiti. Ma finora ne vediamo disponibili soltanto 8,4).
Morale: è il caso di farsi bene i conti, prima ancora di aprire gli eventuali cantieri. Ci mancherebbe altro che dover raccontare, in futuro, di un’incompiuta!
Insomma, quanto costeranno le opere attese per la messa in sicurezza del nosocomio sulmonese, che poi, da queste parti è e resterà l’unico luogo stabilmente residenziale per il ricovero, la diagnosi e la cura degli Abruzzesi del territorio (anche dopo la ristrutturazione di tutti i servizi. Ora sembra chiaro)?
Soltanto dopo aver chiarito questo enigma (o equivoco, ciascuno utilizzi la terminologia che, per questo paragrafo ritiene utile), sulla base delle indicazioni offerte dalla Regione Abruzzo al Ministero della sanità per il piano operativo dell'utilizzo dei fondi del Pnrr per la sanità (depositato entro il 28 febbraio e che da fonti ministeriali si deduce che porteranno all’Abruzzo complessivamente più di un miliardo e tredici milioni di risorse) sarà possibile aprire un confronto serio sui finanziamenti attesi per tutto il nuovo riassetto, dai COT (Centrale Operativa Territoriale), alle hub di Case della Comunità, agli spoke, che dovrebbero ridisegnare, tra cinque/sei anni (si vedrà), la rinnovata e ristrutturata assistenza territoriale e di prossimità tra Valle Peligna, Alto Sangro, Valle Subequana, Valle del Sagittario, unitamente a tutti gli investimenti per la telemedicina e la teleassistenza. Infrastrutture telematiche indispensabili per rendere credibile il piano.
Finora (lo dicevamo) abbiamo avuto soltanto uno schema che indica Sulmona come Centrale Operativa Territoriale con una delle tre hub di Case della comunità (le altre due sarebbero da realizzare a Castelvecchio Subequo e a Castel di Sangro). Due spoke sarebbero insediati rispettivamente a Pratola Peligna e a Scanno. E, non avendo avuto cenno, al momento, del riparto delle risorse, bisogna soltanto augurarsi che tra infrastrutture, apparecchiature e personale da garantire non ci siano problemi.
(Per inciso, abbiamo visto la scheda dell’Abruzzo all’attenzione del Governo per i fondi destinati alla sanità, ed esprimiamo qualche perplessità in ordine alla ristrettezza di quelle destinabili per il personale: soltanto 2,5 milioni per le formazione contro le infezioni ospedaliere. E’ vero che per gran parte di queste strutture la Regione pensa all’utilizzazione dei Medici di Famiglia, ma è innegabile che allo stato l’assessore in carica dovrà trovare una soluzione all’indisponibilità dei MMG a garantire un certo numero di ore di servizio in rapporto di dipendenza. E’ evidente che senza la risoluzione di questo problema di fondo -che però, forse si pone a livello nazionale e si risolverà con un nuovo e diverso rapporto convenzionale- non sarà facile pensare di attuare un disegno così interessante che teoricamente avvia una forte esperienza di ripensamento dell’organizzazione del servizio sanitario nazionale.)
Ora è bene dire che ogni Casa della salute, secondo le indicazioni ministeriali, soltanto per strutture e tecnologie costerà circa due milioni; opereranno in queste strutture minimo 5 unità di personale amministrativo, 10 medici di MG, 8 infermieri. Abbiamo detto dei medici e del dibattito aperto su chi dovrà essere utilizzato. Diciamo, comunque, che amministrativi e personale infermieristico dovranno essere assunti ex novo e che al momento è ancora incerta l’individuazione delle risorse finanziarie per consentire alle Regioni di attuare la politica dell’incremento delle risorse umane necessarie per il Piano.
Ecco allora la ragione per la quale ci permettiamo di sottolineare il bisogno di fare bene i conti e mettere in chiaro i tempi di attuazione di questa prospettiva di rivoluzione che sta di fronte a noi.
Uno dei problemi più grossi che noi abbiamo in questo territorio è e resta (infatti) l’insufficienza ed il livello degli operatori sanitari (personale medico ed infermieristico, unitamente alla carenza dei medici di famiglia sul territorio. Quanto alla carenza delle figure apicali dirigenziali nell’Ospedale di Sulmona conosciamo bene le problematiche e non è il caso di ribadirle e rimarcarle. Ora vanno sanate, altrimenti di che parliamo?). Dobbiamo essere molto attenti, perché il sistema assistenziale che si intravede, di qui ai prossimi cinque/sei anni, con la carenza di personale attuale diventerebbe addirittura rischioso, rispetto a quello che, ancorché deficitario, comunque oggi c’è.