Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#74 - 20/12/2021

Qualcuno ci aiuti a capire cosa sta accadendo, a proposito di Zona Economica Speciale ed Infrastrutture.

Mercoledì 15 dicembre scorso abbiamo letto da un’agenzia di stampa regionale (Abruzzo Web) una dichiarazione al Consiglio regionale del Presidente Marsilio: “Ho ricevuto dal ministro Giovannini l’importante notizia che la Commissione europea ha inserito la fascia adriatica nelle reti TEN-T, da Ancona a Foggia. Finalmente l’Abruzzo viene connesso all’Europa in termini infrastrutturali. Un fatto importantissimo, un risultato storico”.
Contemporaneamente, lo stesso giorno, a pag. 9 del quotidiano “Il Messaggero” (cronaca nazionale, in primo piano) veniva lanciata, a firma di Fabio Rossi, la notizia del “porto di Civitavecchia nella rete top europea”, fonte, il medesimo Ministro Giovannini. Grande la soddisfazione dell’autorità portuale di Fiumicino, Civitavecchia e Gaeta (Pino Musolino), dei responsabili delle organizzazioni datoriali di Roma e del Lazio e di quanti da anni erano in attesa del riconoscimento del livello Core all’importantissima infrastruttura portuale del Tirreno, non soltanto per le prospettive di sviluppo della Capitale, ma di tutta l’Italia centrale, nell’ambito delle strategie trasversali (Ovest-Est) di penetrazione di persone e merci nell’ambito della direttrice europea Barcellona/Ploce.

E fin qui nulla da obiettare, rispetto alle aspettative nostre, della parte interna dell’Abruzzo, che da tempo si batte per l’attivazione della ZES avendola ottenuta non solo formalmente ma recentemente anche con i primi stanziamenti di risorse finanziarie ed i primi atti amministrativi, per la sistemazione dell’interporto della Marsica e dei porti abruzzesi, sull’Adriatico, punto di attracco (di andata e ritorno) dei porti del Tirreno (fino a maggio era ancora lontana l’ipotesi che Civitavecchia potesse riavere subito il livello Core, fondamentale per la funzione dei grandi collegamenti intermodali che oggi sono quasi tutti longitudinali, Nord e Sud; e che dovranno essere integrarti con le intersezioni trasversali che portino persone, beni e servizi dalla penisola iberica, appunto, alle coste dell’Est. Ne parlammo, lo ricordate, proprio a maggio con Michele Lombardo).

Siamo rimasti senza parole, tuttavia, per una successiva dichiarazione che la fonte giornalistica attribuiva (testualmente, perché virgolettata) al Presidente Marsilio, dichiarazione dalla quale si evinceva che addirittura la Commissione europea avrebbe abbandonato il disegno strategico di sostegno allo sviluppo delle infrastrutture intermodali trasversali (Ovest-Est) per rafforzare soltanto quelle longitudinali (Nord-Sud). “La Commissione ha tenuto un atteggiamento conservativo – ha detto lo stesso Marsilio -; la filosofia di fondo, nel negoziare con gli Stati nazionali, è stata quella di dire: ‘la rete core significa un impegno a realizzare entro il 2030 le infrastrutture necessarie, secondo determinati parametri. Si tratta di investimenti importanti, costosi e lunghi: già c’è difficoltà a completare l’esistente, non ci chiedete di aggiungere altro’. E ha aggiunto: “E’ chiaro che sulla costa adriatica, con un sistema ferroviario già relativamente veloce, il Governo ha potuto dimostrare di potercela fare a completare le opere entro il 2030 stante anche l’investimento da 5 miliardi previsto in Legge di bilancio che si aggiunge ai fondi già stanziati con il Pnrr. Era difficile, al contrario, vedersi riconosciuto un corridoio trasversale, visto che in 8 anni è impensabile realizzare una ferrovia che, di fatto, non c’è”.
Ma era, forse, un “fraintendimento” del pensiero del Presidente, se è vero che il giorno successivo, a firma di Stefano Dascoli, sulla prima pagine de “Il Messaggero d’Abruzzo” il commento di Marsilio era riferito con questo testo: “Un risultato significativo e storico a fronte di una Commissione europea che aveva avuto un atteggiamento conservativo. Spero che il Parlamento europeo voglia confermarlo”. Seguono, nell’articolo di Dascoli, apprezzamenti e soddisfazioni che dal sottosegretario D’Annunzio al commissario dell’autorità del sistema portuale (Giovanni Pettorino) al parlamentare Camillo D’Alessandro ad esponenti del consiglio regionale (Sara Marcozzi e FdI) sottolineano con enfasi la fine dell’isolamento dell’Abruzzo.

Venerdì, 17 dicembre un paginone de “Il Messaggero d’Abruzzo” dedica alla questione un ampio servizio di Saverio Occhiuto: “Abruzzo nella rete Ten-T ora i trasporti trasversali” e s’inneggia al ruolo del porto di Ortona e a quello di Civitavecchia, “ponte tra l’Adriatico ed il Tirreno”. Interviste dei Presidenti regionali, dalle Marche alle Puglie, passando per Abruzzo e Molise. Il PD regionale (Fina e Catena), giustamente rivendicando il ruolo svolto già dall’ottobre 2015 in sede di Parlamento europeo da Paolucci, Cozzolino e Sassoli, nonché dall’allora Presidente della Regione D’Alfonso non perde occasione per unirsi al coro delle soddisfazioni, senza tralasciare, comunque, nella dichiarazione virgolettata, che la definizione del progetto forse è ancora tutta da venire.

Infatti a leggere con attenzione le dichiarazioni di questi giorni, si scopre che lo stesso Ministro Giovannini sottolinea che primo siamo agli inizi del processo, secondo le regioni interessate debbono essere tempestive negli investimenti, terzo che la prima data da segnare in rosso sul calendario è il 2026, anno in cui “vanno completati gli investimenti sulla rete ferroviaria”.

Ora, però, con le novità, non tutte positive, che si registrano sulle infrastrutture intermodali fondamentali per il collegamento Tirreno/Adriatico che riguardano ed investono direttamente le zone interne dell’Abruzzo (le questioni recentemente aperte sul tracciato ferroviario Pescara-Roma e le inattese ed improvvise dimissioni dell’Ing. Gentile, depositario di compiti monocratici ed esclusivi per gli agognati interventi di messa in sicurezza di diversi tratti dell’autostrada dei Parchi (A/24 e A/25) forse vale la pena di fermarsi un attimo e capire il come ed il perché di quelli che abbiamo definito gli iniziali “fraintendimenti” di Marsilio (oggi solo in parte chiariti?).
In altre parole, mai, come in questo momento, c’è da pesare, con la necessaria ed obbligatoria importanza le parole che si usano e si useranno (nei tempi strettissimi che abbiamo di fronte per cogliere quest’obiettivo fondamentale per il nostro futuro).

Nel nostro “piccolissimo” ruolo di commentatori di quel che accade riteniamo che la Commissione europea abbia dismesso, sull’argomento l’atteggiamento conservativo che fino a qualche mese fa metteva in forse l’obiettivo di dare strumenti operativi alla prospettiva dello sviluppo trasversale dei collegamenti Ovest-Est.
Resta che il ruolo decisivo affidato a Rfi e all’Autostrada dei Parchi, in questa strategia di sviluppo, è troppo importante e le dimissioni (“a ciel sereno”) dell’Ing. Gentile, non ci lasciano sereni affatto.
Quindi, siamo d’accordo con i Sindaci della zona che, da quel che leggiamo, aspettano di conoscere lo sviluppo di questa vicenda. Occorrono risorse finanziarie e forti volontà dirigenziali per creare le condizioni affinché la ZES (Zona economica, davvero speciale), nei prossimi decenni, possa adempiere al ruolo sperato.
E ci piacerebbe non dover ancora rincorrere dichiarazioni che lasciano adito a “fraintendimenti”.

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