Le perplessità sull'attività della Giunta Regionale
Concentrati sulle campagne elettorali locali le forze politiche e le rappresentanze sociali abruzzesi forse stanno tralasciando di occuparsi delle topiche, più o meno gravi, dei comportamenti incomprensibili della Giunta regionale. Ed è grave, perché gli effetti di quel che sta accadendo potrebbero essere deleteri.
Cerchiamo di elencare le questioni, a nostro parere, più significative.
• L'Inu (sezione abruzzese dell’Istituto nazionale di urbanistica), presieduto da Roberto Mascarucci ha rinviato al mittente, con un giudizio sommario non solo negativo, ma per molti versi pesante, la bozza di legge urbanistica regionale predisposta dalla Giunta-Marsilio. E’ “un tentativo di sistemazione delle prassi esistenti piuttosto che un progetto compiuto di riforma” pare che abbia scritto. (Insomma, altro che legge urbanistica regionale, nemmeno un semplice piano di fabbricazione, si sarebbe detto decine di anni fa). Si suggerirebbe di riscriverla daccapo, preoccupandosi di stabilire cosa voler fare per governare il territorio, non soltanto la sua edificazione; come, con quali strumenti, tentare di porre un argine allo spopolamento dei piccoli Comuni; come provocare, indirettamente, la “rigenerazione urbana” delle cosiddette aree forti della regione (quella “metropolitanea” Chieti-Pescara-Montesilvano) pensando ad un funzionale riuso delle zone degradate. Praticamente la bozza sarebbe priva di quel che è assolutamente necessario: una strutturazione giuridica capace di dare una prospettiva di riequilibrio e di riassetto a parti del territorio regionale in evidente contraddizione e contrapposizione tra loro. Una strutturazione giuridica (ma anche una visione di mission, a questo punto) che metta la Regione medesima, le Province, i Comuni nelle condizioni di progettare insieme, a cascata, il domani degli abruzzesi che vogliono restare qui per contribuire, con i rispettivi figli, alla rinascita della realtà socio-economica e culturale di quest’Abruzzo.
Una nota positiva l’Inu la rileva: la previsione, nella “bozza” (comunque da riscrivere), di un quadro conoscitivo basato su piattaforme informatiche, unitamente al tentativo di collegare il tema del consumo del suolo con quello delle politiche agricole e dell’integrazione urbana.
(Ma non dovrebbe essere, questa, una premessa metodologica dalla quale muove un disegno di riordino normativo di una legge urbanistica regionale?).
• La Corte dei conti d’Abruzzo, ha reso noto il bilancio negativo dell’attività legislativa regionale del 2020 denunciando non soltanto carenze nelle questioni finanziarie ma anche nel merito della presentazione formale dei testi di legge: inadeguatezza delle relazioni tecniche prive di riferimenti a dati, elementi e criteri adottati per la quantificazione degli oneri (relazioni tecniche spesso assenti del tutto), approssimazione dei principi di copertura di spesa, carenza nella quantificazione degli impegni. Ricorso a tagli di spesa per (far finta?) di finanziare interventi urgenti.
• E’ di queste ore la valutazione che l’UE sta facendo sul ruolo del porto di Civitavecchia (“il porto di Roma”), nella prospettiva di rimediare, in qualche modo, agli errori del passato e classificare quella infrastruttura “core”. E gli esiti di questa decisione che aspettavamo entro il 2050 (cfr nostra intervista a Michele Lombardo del 10 maggio scorso) ci interessa e ci riguarda, allo scopo di far avviare le attività della ZES (la Zona economica speciale), strumento di volano della nostra economia e non soltanto. E Marsilio che fa?
Invece di interessarsi della cosa, lamentandosi per i ritardi dell’avvio del funzionamento di questa grande ricorsa per i futuro della regione e del centro-Italia, convoca all’ex Aurum economisti, giornalisti e parlamentari di livello nazionale e regionale (più che altro, con tutto il rispetto, “amici suoi”, da Giorgetti a Bagnai) per un seminario sul tema: “Abruzzo Economy Summit”, generando, tra l’altro una serie di polemiche, legittime, s’intende, che però non incidono direttamente sulle questioni di cui si discute: come riprendersi una prospettiva di sviluppo. Una sola donna, tra tanti illustri relatori, tutti di sesso maschile (circostanza che fa dire a Stefania Pezzopane che la prospettiva della futura ripresa economica dell’Abruzzo è in qualche modo “talebana”. Ma abbiamo bisogno di queste polemiche?); non si sa se le forze sociali (i sindacati e i protagonisti delle imprese) in un momento così difficile per il contrasto alla delocalizzazione siano (o no) presenti. Tanto, purché sia campagna elettorale!
Per finire: c’è qualcuno che è in grado di dirci che fine hanno fatto i venti milioni di euro destinati alle piccole imprese con particolare riguardo al settore della ristorazione e a quello turistico-alberghiero, alle filiere ad essi correlate, nonché alle imprese che hanno subito restrizioni previste per le “zone rosse” durante il periodo di vigenza delle ordinanze del Presidente? Il riferimento è alla Legge regionale n. 9 del 18 maggio 2021 e alla delibera Cipe del 25 agosto 2018.
La domanda, dalle colonne di questo quotidiano è stata già posta qualche settimana fa, raccogliendo i contenuti di una lettera aperta diramata da operatori del settore interessati. Nessuna risposta.
(Ci viene in mente di ricordare gli stanziamenti a suo tempo “stornati” dai masterplan, tutti da reintegrare. Chi li ha più visti?).