Sull'assistenza sanitaria nella Valle Peligna
la Regione fa marcia indietro (?)
Sembrerebbe che sia proprio così: di fronte a recriminazioni di fonti diverse, la Regione sembrerebbe ripensarci. E per l’Ospedale S.S. Annunziata di Sulmona potrebbe delinearsi un ruolo di dipartimento di emergenza di primo livello. Fonti giornalistiche, dal web e dalla carta stampata, in questi giorni ne hanno parlato; pur con prudenti richiami ad una sorta di “beneficio d’inventario” (la proposta “dovrà passare al vaglio del ministero”, è stato scritto. Ed è giustissimo.).
Sinceramente non abbiamo avuto modo di vedere la “nuova proposta” di riordino della rete ospedaliera regionale che sancirebbe questa novità, per la Valle Peligna; e pertanto ci guardiamo bene dall’esprimere critiche gratuite, magari ingiustificate. Tuttavia ci permettiamo di dire che ad una riflessione sulle notizie offerte dalle agenzie di stampa sembrerebbe di capire che tutta l’operazione (di retromarcia) avrebbe come fine l’autorizzazione (in deroga?) al funzionamento del centro nascite (proprio a ridosso di ulteriori pensionamenti di personale attualmente in servizio; tant’è che nella proposta, se abbiamo capito bene, “si rappresenta che sono in corso le procedure di reclutamento del personale” previsto dalle disposizioni vigenti del 2018 e le più recenti del gennaio del 2021).
Ripeto fino a quando non avremo la possibilità di conoscere il dettaglio della proposta che la Regione invierebbe al Ministero della Sanità, non siamo nella condizione di capire. Perché se si parla di DEA di primo livello le Unità Operative Complesse dovrebbero essere ben di più delle 8 cui si fa riferimento nelle riscontri giornalistici di questi giorni. Altro, invece, sarebbe un’autorizzazione (in ulteriore, riconosciuta deroga) al funzionamento del PN (per il quale si attende comunque il reperimento di personale).
Morale: prendiamo atto che i “rumori” espressi in forma di “recriminazioni” da fonti (autorevoli) diverse (laiche e non) contro il “topolino” partorito dalla cosiddetta revisione della rete ospedaliera regionale post-COVID, hanno comunque provocato una chiara retromarcia. Tuttavia aspettiamo di vedere, in concreto di cosa si tratta, perché, sinceramente, al momento abbiamo pochi elementi per comprendere e molti per “dubitare”.
La campagna elettorale per le amministrative di Sulmona (mi sia consentita la sfrontatezza) è ancora troppo lontana perché su questa materia, tra gli ipotetici concorrenti ci si possa “intestare” successi utili.
E poi, resta il fatto che chi si fa paladino di certe battaglie dovrà ancora convincermi che personalmente mi sbaglio (all’indomani della “vicendaccia” COVID) ad insistere sulla prospettiva di una revisione dell’assistenza sanitaria territoriale centrata davvero sulla medicina (prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione) di prossimità; anche alla luce (auguriamoci di no) delle future prospettive epidemiologiche. Insomma della “case della salute” da istituire nei quartieri di Sulmona e sul territorio circostante, non ne vogliamo proprio parlare; di grazia, perché?