Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#47 - 07/12/2020

Testa e Sgarbi non ci vogliono stare

• Il direttore generale della ASL 1, quella di casa nostra, se la prende con la stampa locale minacciando il ricorso alla magistratura per le notizie raccontate dalle cronache in questi giorni sulla gestione della pandemia, qui da noi, nel nostro territorio (L’Aquila-Avezzano-Sulmona).
Non gli piace, quello che in molti abbiamo visto e raccontato.

• L’onorevole Vittorio Sgarbi, a spasso per la città senza mascherina (dopo le 21, lo ha precisato lui stesso) in compagnia di gente (alcuni “con” altri “senza mascherina”), di fronte alle pubbliche rimostranze di Anna Maria Casini, prende cappello e lascia la presidenza onoraria del Premio Sulmona rinfacciandoci quello che ha fatto per questa città nella quale annuncia di volersi candidare a Sindaco ma poi aggiunge anche querele nei confronti di coloro “che hanno scritto che c’erano decine di persone e che io camminavo spavaldamente per strada violando le regole…falso, falso anche questo e per questo ne risponderanno in tribunale, alla sbarra” (!).
Praticamente nemmeno lui condivide il racconto che sui suoi comportamenti è stato fatto. OK.

Insomma, chi per una ragione, chi per un’altra, tutti e due vogliono strascichi giudiziari per quello che è accaduto in questi giorni e che ci pesa e non poco, non soltanto come cittadini di Sulmona, ma come cittadini dell’intero territorio, perché il COVID (quello dell’ondata autunno-inverno) qui lo stiamo soffrendo non poco e lo screening di questi giorni, vista la bassa partecipazione, non può tranquillizzarci affatto.
Tuttavia dobbiamo esser cauti a parlarne, perché altrimenti ci portano in Tribunale.

E’ un anno, oramai che gli Italiani sono attanagliati da una pandemia che li costringe ad essere quello che non vorrebbero essere. Sono mesi che, finita la primavera, difronte alla reclamata voglia di uscire e di fare quello che ci pare, molti hanno dovuto scontrarsi con chi ha avuto il coraggio di predicare prudenza, attenzione e autodisciplina, allo scopo di evitare la “seconda ondata” (quella, appunto, dell’autunno-inverno) che puntualmente è arrivata, con virulenza, specie nelle nostre zone, che in qualche modo erano state più fortunate nella prima fase, quella di febbraio-marzo-aprile. E chi (come noi) si è sbracciato per suggerire raccomandazioni ha dovuto anche difendersi dalle accuse, più o meno velate, di essere gufo e iettatore.

Non abbiamo aspettato i morti (nelle ambulanze, fuori dagli Ospedali, di Sulmona e Avezzano ovvero in altri Ospedali, dopo un trasporto reso obbligatorio, anche se problematico, per la carenza di posti-letto) per raccontarli. Anzi; già nella fase primaverile, molti di noi hanno chiesto di adeguare i servizi sanitari territoriali all’azione di contrasto necessaria per contenere la pandemia (tracciamenti e isolamenti domiciliari necessari): USCA, attivazione delle case della salute e quant’altro necessario per un territorio impervio (con un tasso di anzianità notoriamente molto alto) e comunque carente di infrastrutture sanitarie territoriali.
L’abbiamo detto e raccontato perché i Sindaci del territorio hanno richiesto questi interventi. E il compito del cronista è quello di fotografare la realtà riportando tutte le voci che nel consorzio sociale ed ambientale si fanno ascoltare. Infatti, abbiamo dato atto al Presidente Marsilio dell’improvvisa visita all’Ospedale dell’Annunziata, quando, di fronte al macello dell’impraticabilità del nosocomio sulmonese, determinata dall’impropria utilizzazione di molti posti di rianimazione per degenti-Covid, ha tentato di inventare (quasi avesse la bacchetta magica) posti Covid qui e al San Raffaele (come se la cosa potesse esser fatta dalla sera alla mattina. Ma così non era e non fu. Ora, dopo due settimane circa, incomincia a vedersi l’esito delle sue indicazioni).

Stia tranquillo, Testa. Tra l’atro sono state le rappresentanze politiche e sindacali che, nelle sedi opportune, hanno chiesto a Marsilio un cambio di responsabilità nella direzione di questa ASL. Non noi. (E poi perché avremmo dovuto? Questo non ci spetta).
Noi abbiamo soltanto raccontato anche questo. Ma non espropriamo ruoli ad alcuno.

La sua presa di posizione contro chi dice cose che lei non vorrebbe sentire, mi ha suggerito, comunque, una sorta di parallelo, per associazioni di idee, con il comportamento dell’onorevole Sgarbi (anche se per quello che è accaduto, Sgarbi forse non meriterebbe tutta quest’attenzione. Comunque il Sindaco ha chiesto alla questura di indagare. Vedremo come finirà la questione; vedremo anche che fine farà la candidatura a Sindaco dell’onorevole qui da noi. Lui o chi per lui, ha detto. Notoriamente il grande esperto d’arte, eccezionale quando fa il suo mestiere; discutibile, com’è legittimo, quando fa politica; forse addirittura, per alcuni, insopportabile quando pensa di poter fare quello che gli piace, senza preoccuparsi dell’esistenza degli altri, non sopporta di esser criticato).
Di fronte alle contestazioni lui scappa (notoriamente, spesso) gridando…
Ma in questo caso le contestazioni riguardavano la sua persona, non la sua funzione. Tuttavia lui, sbraitando, come nel suo costume, va via minacciando. Salute.

Per quanto, invece, riguarda le carenze del Servizio sanitario in questa ASL, si fidi Testa, ci consta che le contestazioni espresse hanno riferimento alle scelte e alla gestione politica del sistema sanitario regionale.
Insomma le responsabilità sono in capo a Marsilio e alla Giunta da lui presieduta. Lei è strumento, signor direttore generale. A meno che chi lo ha insediato non lo costringa alle dimissioni. Tuttavia è difficile che possa accadere. Stia sereno, quindi. Nessuno le attribuisce responsabilità più gravose di quelle che già le appartengono.

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