Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#23 - 03/02/2020

Bentornati protagonisti, paesi della montagna

Il 27 gennaio scorso, giorno della “memoria” (credetemi: può anche sembrare uno scherzo, ma non lo è), alla Camera dei Deputati sono state discusse diverse mozioni che “ci” riguardano.
Argomento, “le zone interne” della penisola, dalle Alpi e agli Appennini.
Ho avuto la voglia e il coraggio di consultare tutto il rapporto stenografico, che vi risparmio. (Mi limito a dire che chi volesse controllare quello che riferisco può trovare tutto il materiale su Fb.). Bene.
Al di là di ogni facile (soprattutto gratuita “ironia” legata al giorno, evidentemente) a mio parere c’è da star contenti per un verso, preoccupati per altro verso.
Incominciamo dalle osservazioni per le quali dico che possiamo “stare contenti”.
E’ bellissimo che dopo vent’anni e più si torni a parlare della “montagna”, in particolare delle “zone interne” in termini prospettici di iniziative politiche e di interventi finanziari che riguardano, per ragioni diverse, i fondi di due periodi: 2014/2020; 2021/2027 (sono per lo più fondi europei che attuano o programmano la cosiddetta coesione territoriale). Altrettanto entusiasmante è che le mozioni, presentate da tutti i gruppi, pur sensibilità e toni diversi, comunque abbiano avuto, nella parte finale e nel dispositivo di decisione, un voto unanime. E la cosa, pertanto, impegna il Governo, attraverso le iniziative dei Ministri Boccia e Provenzano, agli esiti della riunione delle stati generali della montagna svoltasi venerdì scorso a Roma, a varare iniziative coerenti alle indicazioni ricevute dall’Aula, per l’utilizzazione dei fondi e la realizzazione delle misure invocate nelle mozioni dibattute. (Personalmente, leggendo questo materiale, sono riandato, con la memoria agli anni nei quali avevamo l’autorevolezza di proporre, come abbiamo fatto, per il tramite dei gruppi consiliari regionali, specifiche leggi di competenza, finalizzate al riequilibrio economico e sociale del nostro Abruzzo!).
Qualche preoccupazione ci ha assalito nel prendere atto che le firme dei deputati abruzzesi, nelle bozze di mozione (presentate, ripeto, da tutti i gruppi), eccezion fatta per quella di Stefania Pezzopane, nella mozione del PD, in realtà non le abbiamo viste. Sarà stata una nostra distrazione. Allora chiediamo di accettare le nostre scuse. Ma se dovesse essere questa la realtà c’è da chiedersi perché tanta latitanza. Quando si parla di “zone interne” si parla di Abruzzo, della parte più significativa dell’Abruzzo!
Ma ecco la proposta concreta che ci permettiamo di avanzare. In considerazione del voto unanime espresso dall’Aula di Montecitorio, attraverso iniziative riconducibili ai gruppi politici, le Istituzioni regionali (la Regione innanzitutto) seguano con attenzione e puntualità il Governo perché prima possibile si passi dalle espressioni delle volontà (dagli auspici e dagli inviti, che nelle “mozioni” ritualmente si esprimono) alle iniziative, alle indicazioni, all’attività di gestione e di governo, appunto. Perché non si perda tempo; si mettano i Paesi interessati, a predisporre i progetti necessari. (Ne abbiamo bisogno assoluto). In prospettiva dovrebbe esserci una massa di risorse, nazionali ed europee, da utilizzare per sviluppo, servizi, diritti di cittadinanza, uguaglianza sostanziale, opportunità ai territori. Si parte dall’accoglimento delle sostanza delle sfide del Green New Deal, richiamato in tutte le mozioni del dispositivo finale, alla necessità di ricondurre gli Enti locali, al centro delle scelte fatte e da fare.
Ora che noi, tra l’altro, sul territorio abbiamo anche gli strumenti di raccordo e concertazione che mettono insieme le attese di diverse municipalità, dobbiamo fare ogni sforzo di attenzione e coesione per ricavare il massimo da quest’opportunità che ci riporta al centro della prospettiva di sviluppo del Paese.

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