Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#19 - 23/12/2019

E ora mettiamoci al lavoro

Un bel regalo di Natale, per questo territorio, è arrivato dalla Colombia: il riconoscimento di “beni immateriali dell’UNESCO” per due “giacimenti” culturali, due grandi “risorse” che ci appartengono, la transumanza e la Perdonanza Celestiniana. (Aspettiamo prima possibile lo stesso riconoscimento per i serpari di Cocullo!).
E se a questo aggiungiamo il progetto M.I.T.O. (uno strumento che impegna quindici Comuni della Valle Peligna e del Sagittario a progettare insieme l’utilizzo di fondi europei), possiamo dire che questo 2019 si chiude sotto una buona stella, forse, e si apre con ottime prospettive di futuro; se saremo accorti ed in grado di utilizzare al meglio queste risorse. Si tratta, infatti, di mettere in campo gli strumenti capaci di far diventare, questi riconoscimenti, fattori produttivi. E non dovrebbe essere “difficilissimo”.
Il riconoscimento dell’UNESCO, del resto è una medaglia, un’opportunità che viene conferita ad una comunità che, se sa utilizzarla, come la storia e le vicende di altri “siti” (sparsi in Italia, in Europa e nel Mondo) dimostrano, possono diventare volano di sviluppo.
E la cosa più interessante è che i riconoscimenti, che ci onorano e ci inorgogliscono, coinvolgono altri territori, altre regioni limitrofe (Molise e Puglia verso Sud; Marche e Umbria verso nord) e ciò serve, potrà servire, a rimettere questa zona interna dell’Abruzzo al centro di una rete di interessi non soltanto geografici, ma soprattutto economici e sociali.
In altre parole, transumanza e Celestino possono diventare mezzi attraverso i quali noi si possa rompere l’isolamento nel quale ci siamo impaludati e che è la ragione fondamentale della decadenza di cui stiamo discutendo oramai da troppi anni. Vale a dire, quella centralità (geo-politica, culturale, economica e sociale) di cui da decenni, inutilmente, cerchiamo il riconoscimento, ora non è una semplice richiesta, una “lagnosa” petizione, ma un fatto. Ovvero, ora ci sono le premesse affinché quella centralità perduta si esprima.
E qui mi sia consentito di affermare che il M.I.T.O. è uno strumento forte con il quale questo territorio diventa credibile. Quindici Comuni che propongono ad altri, anche di fuori regione, di mettersi insieme, fanno effetto alone per un disegno di sviluppo diffuso capace di coinvolgere una vasta area del centro-sud che per ragioni diverse (antiche e recenti) va alla ricerca di un futuro possibile.
Occorrerà definire proposte progettuali, individuare target territoriali compatibili ed interessati, selezionare risorse utilizzabili e, con un ruolo attivo della Regione, proporre all’UE finanziamenti legati ad attese produttive capaci di interessare e coinvolgere ristoratori, strutture recettive, operatori turistici, artigiani, gente dello spettacolo e della cultura. Ora è il caso di mettersi al lavoro.

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