Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#18 - 09/12/2019

La diversità del "mondo" nel quale viviamo

Ritualmente, nell’approssimarsi della fine dell’anno, i maggiori quotidiani nazionali scelgono di pubblicare “inserti speciali” sulle cose che accadranno l’anno prossimo (nel 2020).
E non senza motivo (anche per ragioni di attualità politica, soprattutto di interesse per conflitti palesi o latenti a livello internazionale), oggi, alla scadenza del celebrato 50° anniversario della “toccata della Luna”, si incomincia a parlare dell’era del 5G: il futuro della “nostra” (?) vita, quella “quinta generazione” che dovrebbe (dovrà) utilizzare l’insieme dell’evoluzione delle tecnologie che regolano l’attuale telefonia mobile.
E perciò scopriamo, leggendo, dopo aver attentamente seguito le perplessità di Introdacqua sull’ipotesi di sperimentarla, che di qui a breve potremmo fare i conti con un modello di vita che rimanda la fantasia di molti di noi a quello che aspettavamo, nei periodi della nostra adolescenza, per i vagheggiati anni duemila (che per la verità, almeno finora, almeno a parer mio, stanno fortemente deludendo le aspettative!).
Scuola, domotica, difesa, salute, ma anche agricoltura, mobilità, cinema, TV, sport (calcio soprattutto) potrebbero (potranno) essere gestiti in modo che non conosciamo, oggi, ma che certamente ci apparterranno, ovvero, apparterranno a coloro che riusciranno ad “entrare in questo mondo” e sapranno trarne i maggiori benefici.
E coloro che non entreranno in questa logica, coloro che non sapranno utilizzarla (indipendentemente dalle perplessità, che già si dibattono, sulle questioni che riguardano i rapporti tra sicurezza e privacy) cosa faranno? Saranno destinati, forse perché già portatori di ritardi di sviluppo, ad accumulare ulteriori ritardi?

E di fronte a queste domande ci fermiamo. Non vogliamo indulgere al catastrofismo. Ma c’è da porsele, queste domande, anche perché se quindici giorni or sono mettevamo l’accento sulle contraddizioni possibili di forme diverse (e penalizzanti per noi) di federalismo, oggi vogliamo soffermarci su questioni, positive e/o negative che parlano delle “nostre” miserie quotidiane: dal contestato dissesto finanziario del Comune di Scanno, all’eventualità che l’Apc di Sulmona (a causa del terremoto del 2009?) venga accorpata ad Avezzano, alla convenzione dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso con lo chef “superstellato” Romito, all’ipotesi di accorpare l’Istituto Agrario di Pratola Peligna al polo scientifico-tecnologico “Fermi”. Tutte questioncelle all’ordine del giorno della quotidianità locale (territoriale, comprensoriale, se volete), tuttavia questioni che riguardano, oggi, la nostra vita, peggiorandola ulteriormente o migliorandola (e che, comunque la “società del 5G” non ci risolverà, perché questa sofisticata tecnologia sarà utile a far funzionare più velocemente il sistema che trova, non a risolvere i problemi che abbiamo e che ci portiamo dietro da decenni).
Ma mi viene anche in mente che proprio in questi giorni (e per uno come me questa è un’autentica provocazione) in Italia è tornata a “far scandalo” (di qui la provocazione, perché sono più di vent’anni che conosciamo questo problema) l’OCSE-Pisa ha certificato il deficit di comprensione dei testi, da parte dei ragazzi italiani. Anzi, ad essere precisi il “deficit” oggi riguarda la capacità dei nostri adolescenti di saper ricercare le connessioni culturali, sul web o su altri strumenti di conoscenza.

Insomma mentre il mondo corre, noi ci affanniamo a rincorrere, con le nostre “miserie” e i nostri “piccoli problemi” che, come nel caso dei deficit di comprensione del testo (che ci veniva segnalato, come ho detto, più di vent’anni fa) con l’andare degli anni è diventato “deficit di connessione culturale”. E non poteva essere diversamente.
In altre parole se i problemi non si affrontano e non si risolvono in positivo, con il passare degli anni ce li ritroviamo aggravati. E’ il caso della deliberazione di dissesto finanziario del Comune di Scanno, o anche di un terremoto (quello del 2009) che qui da noi si è voluto far finta che non avesse provocato danni, tranne a scoprire, dopo dieci anni, che quasi tutte le scuole qui sono inagibili, che l’Apc si chiude, anzi si fa finta di spostare e quindi, per ragioni di gestione di personale, si sposta (!) ed è un’altra risorsa che se ne va a “farsi fottere”. E’ la storia dell’Istituto Agrario Serpieri che trent’anni fa, circa, tentammo di far diventare “autonomo” e quindi a servizio di questo territorio (utilizzando una normativa appropriata e credibile) ma che le forze politiche che oggi tentano di ripercorrere questa strada contrastarono, in tutte le sedi. Oggi si ravvedono. Bene, se non è troppo tardi. Come la convenzione che l’Istituto Alberghiero di Roccaraso stipula con Niko Romito, per un’alternanza scuola-lavoro mirata, ottima, credibile e certamente utile (questa sì che è una scelta che guarda lontano ed è vincente. Ma l’alternanza scuola-lavoro non è stato forse, uno dei motivi più forti di contrasto in riferimento ad un modo appropriato e giusto modo di fare formazione?!).

Il 5G, forse, l’anno prossimo sarà un fatto con il quale dovremo fare i conti. L’augurio che formuliamo è che sapremo cosa farci. Perché dopo il 5G, arriverà il 6G, sarà inevitabile. E ce la faremo a rincorrere il mondo che marcia a questa velocità?
E’ stato scritto, in questi giorni, che “la war-tech tra Cina e USA passa per l’Italia” e che “la sfida si vince con un patto tra imprese e PA, ma anche con meno vincoli”. Ma la cosa ci riguarda?
Si attendono risposte dalla classe politica dirigente, locale e regionale, per sapere se noi, in questa prospettiva di futuro, ci staremo o se la cosa non ci riguarda. E se dovesse essere così, che ci aspetta?

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