Le "Immagini Emozionali" delle Maldive
Per promuovere il turismo in Abruzzo
Superata (?) la minicrisi che Salvini (per rapporti tutti ed esclusivamente interni al suo partito) ha tentato di “scaricare” su Marsilio e la giunta regionale, vogliamo augurarci che ora si incominci a far qualcosa di serio, legato, cioè, al programma, soprattutto in materia di infrastrutture e sviluppo. Qualcosa che vada al di là delle (discutibili e discusse) “immagini emozionali” che l’assessore Mauro Febbo sbandiera come lo strumento che avrebbero determinato il boom della presenza turistica nella nostra regione (+15%) nell’estate appena passata.
Per carità, noi che specialisti di questo tipo di comunicazione non siamo (né abbiamo intenzione alcuna, come l’assessore ci suggerisce, di “studiare” ancora, glielo diciamo con bonomia e franchezza anche perché, avendo tanto studiato nella nostra vita, siamo oramai stanchi ed indisponibili per approfondire nuove discipline i cui contenuti non siamo i soli a non comprendere pienamente), noi, sulla base della semplice esperienza che abbiamo accumulato nei tanti decenni trascorsi ad occuparci di questione di pubblico interesse, ci permettiamo di sostenere il coro di coloro che in questi giorni si son chiesti com’è che una campagna pubblicitaria finalizzata a richiamare i turisti in Abruzzo, nonostante il nostro mare, le nostre montagne, i nostri laghi, le nostre ricchezze, di ogni tipo, si siano dovute utilizzare le immagini delle Maldive per evocare tranquillità e sicurezza (che l’Abruzzo certamente garantisce) a chi vuol scegliere di venire qualche settimana dalle nostre parti, per bagnarsi del “nostro” mare, per godere delle nostre ricchezze, per conoscere ed apprezzare, eventualmente, i nostri tesori enogastronomici.
Per carità, non si smette mai di imparare, è vero. Ma la proposta pedagogica, per essere efficace, deve essere realistica, accattivante, motivante (se Le piace, assessore, “emozionante”). Se poi, come in questo caso, c’è da decidere sull’impiego delle sempre risicate risorse pubbliche e si va, con una gara, a conferire un incarico professionale, la prudenza non mai troppa, anzi è un requisito della buona amministrazione. Chiuso, con questo.
La verità è che il turismo è e resta una dei settori sui quali la classe politica dirigente della Regione deve sforzarsi per dare il meglio della efficienza e dell’innovazione, perché è tra le risorse fondamentali dell’economia regionale. Non lo diciamo noi lo ha detto il Presidente Marsilio, nell’atto che ha giustificato la presentazione della Giunta in carica: “La difesa della “specificità locale”, se non vuole essere mero slogan, richiede una politica regionale di rete. La creazione di “brand” territoriali impone progettualità, capitale umano, marketing, richiede un lavoro che deve vedere la Regione primario attore nella fase di elaborazione delle strategie e nello start up anche in termini di reperimento delle risorse”.
E’ vero, forse gli addetti al settore, alla Regione, hanno anche bisogno di recuperare conoscenze di tecniche della comunicazione adeguate ai tempi che viviamo. Ma allora in questo caso si finanzia un corso capace di far crescere la struttura e di far recuperare ai dipendenti le competenze specifiche di cui si ritiene abbiano bisogno. Lungi da noi l’idea che si sarebbero dovuti utilizzare i settanta Milioni, di cui s’è parlato a proposito di questa “contestata” campagna pubblicitaria per il summer Abruzzo 2019 per aggiornare il personale interno alla struttura, ma qualcosa capace di andare meglio e di più nella linea tracciata dal Presidente, forse poteva essere tentato. Vedremo. Se ne riparlerà per l’estate prossima? (Problemi della Lega, di Salvini & C permettendo).
Bando alle chiacchiere. Siamo oramai a ridosso della fine del 2019 e i mesi passano (per l’esattezza sette, dall’insediamento), e, così (auguriamoci di no) rischia di passare il quinquennio.
Insomma, presidente, mi rivolgo a Lei: a che punto siamo con l’avvio di quel processo di cambiamento per il quale gli Abruzzesi l’hanno votata?
Per le infrastrutture, ritiene che basti partecipare ai convegni, organizzati da terzi, nei quali, tra l’altro riscopriamo, dopo quarant’anni, che i problemi del collegamento ferroviario Tirreno/Adriatico sono sempre gli stessi? (Se la memoria mi assiste, nel Piano triennale del Ministro Pandolfi, 1979/1981, si prevedevano 12Miliardi di intervento per migliorare i tempi di collegamento nella tratta orograficamente più impervia, quella tra Sulmona e Avezzano. Si parlava di lire, allora. Oggi si parla di Euro e gli interventi, a quel fine, si contabilizzano in 15Miliardi. E’ più del raddoppio. Che si fa?).
Per la sanità, si può sapere a che punto è l’elaborazione dell’annunciata “riformulazione”?
L’assessore Verì recentemente ha detto che nulla è fermo. Certo ora ci sono i nuovi dirigenti generali (quasi tutti). Ci sarà qualcuno che prima o poi chiamerà il territorio per un confronto su idee e proposte di riformulazione degli strumenti e dei luoghi dell’assistenza? Ora c’è anche la disponibilità ad un piano triennale di assunzioni. Che si fa?
Per rimediare al dualismo territoriale ci sono proposte? (Sto utilizzando, in grassetto, le espressioni contenute nel Suo documento del 12 marzo scorso).
Per il sistema territoriale della conoscenza che, oltre a riguardare le Università, le imprese, gli enti locali, e l’Agenzia di sviluppo, necessariamente interessa e riguarda le scuole, alcune delle quali non esistono più, specie nelle zone colpite dai terremoti. Di concerto con il Governo e l’Ufficio regionale scolastico, si sta provvedendo all’elaborazione di un piano?
Potrei andare avanti, Presidente, ma mi fermo qui. Torno a ripetere, stancamente, che gli Abruzzesi vorrebbero sapere. Lei sa bene che, per buona pace di tutti, i “nostri” problemi non sono quelli dell’Assessore Fioretti della moglie o di… Salvini, Bellachioma o D’Eramo. Lei dirà che questi, comunque, sono problemi suoi. Certo. Ma doveva saperlo, mi scusi. Deve saperlo, il Presidente di una Giunta di coalizione che ha intenzione di governare una regione. Scusi ancora e buon lavoro.