Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#10 - 08/07/2019

Bagarre sulla salute dei cittadini

Sinceramente voglio augurarmi che la “chiave” per capire le ragioni della confusione che la Regione sta facendo sul punto nascite dell’Ospedale di Sulmona è contenuta nelle dichiarazioni (giustificatorie della “fuga”, bella roba!) della consigliera della Lega Antonietta La Porta: “L’assessore Verì di concerto con il dipartimento è da più di un mese che si è attivata per trovare soluzioni idonee e sicure per il mantenimento del punto nascita attraverso un confronto continuo con i professionisti interessati”. Tento di dare un’interpretazione.
Il 13 giugno scorso l’assessore Verì aveva trovato il modo di dire che la risoluzione della questione, con la richiesta di un’ulteriore “deroga” alle note e vessatorie indicazioni ministeriali, era difficile; tant’è che in quei stessi giorni mi era sembrato che in Consiglio le posizioni espresse, per conto del PD dall’ex assessore alla sanità Paolucci (la Regioni trovi il modo di potenziare il reparto con personale ed attrezzature adeguate), avessero riscontrato significativa attenzione. Successivamente, la concitata animazione sulmonese (che in quei giorni si è sentita ancora più colpita anche dalle coincidenti risposte negative sulla vicenda del gasdotto), al termine di una riunione nella quale erano presenti diversi Sindaci del circondario, ha indotto la consigliera Scoccia a cavalcare l’idea di una “risoluzione urgente” (mi era sembrato) abbastanza in accordo con le riconosciute urgenze di “potenziamento del reparto”, indipendentemente da “deroghe” improbabili. Ma così non è stato. Avevo capito male. La risoluzione presentata in commissione e vincente, con la dissoluzione della maggioranza di centro destra, addirittura la “fuga” della Lega, compresa la sulmonese Antonietta La Porta, è stata sulla richiesta della deroga (almeno per quel che abbiamo potuto leggere!).
In sintesi. La mia interpretazione è la seguente: l’assessore regionale alla sanità sa bene che la richiesta di deroga non ha gambe per camminare a livello di commissione tecnica ministeriale e vuole tentare di evitare un ennesimo rifiuto. La Porta dice che la Verì sta lavorando per trovare soluzioni “attraverso un confronto continuo con i professionisti interessati”. In altre parole potrebbe sembrare che si tentino moduli organizzativi capaci di garantire un maggior volume di attività in un reparto depotenziato non soltanto di personale ma anche di strumenti e mezzi (si pensi a quanto teoricamente si ritiene debba esser garantito per la gestione di un punto nascita sicuro: attrezzature d’emergenza e urgenza, eventuale elisoccorso con copertura del territorio interessato H24, rete integrata di assistenza pre e post-partum).
Ora non so se la mia immaginazione è gratuita o ha un minimo fondamento. Se questo dovesse essere, però, mi chiedo: perché non discutere invece di strumentalizzare, scappare, fare bagarre inutili e dannose, perché improduttive?
Inoltre, in questi giorni la vicenda della rissa regionale sul punto nascita dell’Ospedale di Sulmona (rimesso a nuovo ma inutilizzabile, per via di infrastrutture ancora da perfezionare, ma anche di carenze d’organico sempre crescenti: pensate che attualmente soltanto anestesia e rianimazione, cardiologia e radiologia possono contare su figure primariali di dirigenti responsabili) si è scontrata con una brutta storia che ha riguardato il nonno di una bambina che da Scanno per esser visitata dal medico di guardia ha fatto ricorso alle forze dell’ordine. E non per negligenza o incompetenza del medico in questione, ma per una sorta di interpretazione di “medicina difensiva” che sinceramente non ho ben capito ma che sicuramente è nota ai livelli alti della nostra ASL e sicuramente dell’assessorato regionale alla sanità.
Sinceramente, non è proprio possibile continuare a tener dietro a queste vicende. Si tratta della “nostra” salute e la gestione che la politica fa di questo servizio deve poter essere chiara, magari su posizioni capaci anche di esprimere forti contrasti, ma chiara. Senza “fughe” inspiegabili, senza rancori di natura più o meno parasindacali che se esistono vanno affrontati ma che non possono essere scaricati sul cittadino. Chi questo servizio lo ha gestito direttamente lo sa.

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