Il gruppo delle tre Valli
All’affannosa ricerca di “una” (dico una) notizia positiva da commentare velocemente in questo mio appuntamento quindicinale, oggi voglio esaltare la nascita del Gruppo FAI Peligno-Subequano-Sagittario-Alto Sangrino. Se ne parlava già da qualche giorno, ma la presentazione ufficiale e formale del Gruppo è avvenuta venerdì 14 giugno nella Grancia dei Celestini a Sulmona. E ora non resta che lavorare.
L’iniziativa mi pare buona e, senza inutili polemiche, potrebbe esser letta come risposta alla Regione che, in queste settimane, a proposito di promozione turistica, ha discettato su “trabocchi” (per gli ortonesi) e “travocchi” (per i pescaresi) con il risultato, mi sembra, di aver scontentato più o meno tutti: gli ambientalisti, i proprietari delle storiche palafitte di dannunziana memoria, i cultori delle buone abitudini regionali e, auguriamoci di no, i potenziali turisti. Infatti il plauso all’iniziativa dovrebbe andare proprio nel segno della rivitalizzazione delle potenzialità turistiche di queste nostre martoriate zone interne dell’Abruzzo. Ne avremmo proprio bisogno.
Qualche settimana fa il prof. Ronci ci ha fornito un quadro preoccupante della situazione: una flessione (nel capoluogo peligno) di circa il 10% delle presenze nelle strutture recettiva, nel periodo tra il 2014 ed il 2017. Una flessione spaventosa molto più grave di quella registrata, mediamente in Abruzzo (-1,4%), a fronte di un saldo assolutamente positivo in tutta Italia (+11,3%). Per i servizi extra-alberghieri il collasso sulmonese è pari al 25% in meno!
D’accordo, c’è stato il terremoto (che, per la verità, in pochi hanno avvertito, anche a livello istituzionale… E questo è un altro discorso. Non voglio sviare)! Ma la verità difficilmente contestabile è che noi, complessivamente, in questa fetta di territorio abruzzese, le ricchezze (naturalistiche, paesaggistiche, storiche, culturali, culinarie e culturali) non riusciamo a “venderle”. Si pensi che nel momento in cui il lago di Scanno conquista la bandiera della balneabilità, Ronci documenta che proprio Scanno fa registrare una caduta di presenze turistiche pari al 30%.
Certo nessuno può pretendere miracoli dalla “buona volontà” del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Tuttavia la nascita del Gruppo è una premessa utile a mettere insieme tutte le risorse di questo territorio, ad ordinarle, a proporre investimenti (pubblici e privati), a promuovere e incentivare idee-progetto che diventino volano di sviluppo perché le premesse, lo dicevo, ci sono tutte e vanno dall’Abbazia Celestiniana o dai monumenti di Sulmona alle Fonti di Cavuto, dai “serpari” di Cocullo al grano di solina, dai Laghi di San Domenico e/o di Scanno agli allevatori e produttori di formaggio pregiato, apprezzato dagli intenditori di ogni parte d’Italia, dagli appuntamenti esclusivi (oramai diffusi e godibili su tutto questo territorio, quasi tutto l’anno) di Muntagneinjazz alla Giostra Cavalleresca ovvero alla Pasqua sulmonese.
Un miracolo, questo sì, il FAI potrebbe materializzarlo. Qui come in altre zone d’Italia, il turismo è estivo ed invernale; il turismo può essere una risorsa utilizzabile per trecentosessantacinque giorni l’anno. Occorre trovare un marchio di valenza nazionale che ci creda, investa e promuova. Che poi le infrastrutture per goderseli questi “tesori” sono a portata di mano: aeroporti, autostrade, ferrovie, strade di penetrazione interne. Una gestione attenta ed adeguata ai tempi della mobilità delle persone cosa ci mette a portare dall’Adriatico alle nostre montagne gruppi di turisti messi insieme per fare, come si usa oggi, in una settimana, la “vacanza” dell’anno?
Tuttavia, come è stato detto in questi giorni: occorre entrare nell’ordine di idee che l’attività turistica non sia residuale, nella prospettiva dello sviluppo dell’economia familiare, ma “attività professionale”.
