E’ “Tiatro” direbbe Montalbano
Non è facile, oggi, scegliere l’argomento di cui parlare. Non sembra, ma di “cose concrete”, all’orizzonte non ne vedo molte. Ecco, le elezioni amministrative in qualche Comune. Questa sì che è “cosa concreta”, cosa sulla quale (non ce ne sarebbe bisogno, ma vale la pena di dirlo) bisogna fare attenzione per scegliere la/le persona/e per le quali ciascuno ha la più assoluta fiducia. (La gestione dei Comuni, del resto, è e rimane un’ancora che dà certezza al domani collettivo e privato).
Per il resto, la Bandiera Blu per il Lago della “nostra” Valle è un’altra bella novità che per dare frutti, però, necessita di fantasia, capacità di iniziative e interventi economici. Azioni che soltanto in minima parte il territorio è in grado di garantire da solo. Il grosso dovrà venire da un sistema sinergico (pubblico/privato) che stenta, però, a dare segnali positivi.
Del resto il quadro complessivo del Paese è quello che è: depresso, improduttivo ed indebitato.
E non è colpa dell’Europa. E’ colpa di un sistema governativo che s’imbeve di proclami, di parole, di “provocazioni” improduttive, ma non riesce a produrre quel “cambiamento” annunciato in termini di ripresa vera e di crescita (che significa più occupazione e produttività complessiva. La prospettiva del +0,1%, non è “una prospettiva”), cambiamento per il quale furono scelti e votati.
Mi ero permesso di scriverlo nell’estate dell’anno scorso, che con un contratto non si Governa un Paese; aggiungendo che un contratto, tutt’al più poteva essere utile ai contraenti. Ma forse non è nemmeno così, se è vero che le elezioni europee del 26 p.v. potrebbero anche sancire la crisi di questo Governo contrattualizzato tra Di Maio e Salvini e che di giorno in giorno si caratterizza per i contrasti e i dispetti che a chiacchiere ognuno fa all’altro producendo soltanto confusione. (Non senza motivo avevo anche avuto il coraggio di dire che “il contratto” come unico interesse vero aveva le elezioni europee).
Certo, pare che uno dei due, il 26, potrebbe dire essere più forte dell’altro. E allora?
La sua campagna elettorale si sta snodando sullo slogan che evoca un’Europa diversa la quale non dovrebbe più costringerci, per esempio, a trovare per l’anno prossimo e per gli anni successivi, i miliardi necessari per evitare l’aumento dell’IVA. Ma queste son chiacchiere. Perché i sovranisti come lui (lui lo ha già toccato con mano sulla vicenda emigranti), in Europa, comunque sono sovranisti (cioè ciascuno pensa alla propria sovranità e se la difende), per di più non avranno la maggioranza necessaria per governarla, l’UE. E se a ciò si aggiunge l’incognita (anche questa frutto della follia che oramai sembra dominante) del ruolo della Gran Bretagna (che potrebbe andare ad occupare seggi destinati a rimanere vuoti), il quadro diventa desolante.
Di qui la perplessità di scrivere di “cose concrete”. Di qui lo scoramento, legato alla consapevolezza che la precaria gestione governativa del Paese ci costa davvero troppo cara. Perché nemmeno la Regione sembra muoversi, in attesa della cosiddetta evoluzione del quadro politico nazionale, mentre il mondo economico va avanti e procede per proprio conto… (E la Magneti Marelli, tanto per parlare di cose concrete di casa nostra, oramai in mano giapponesi, dobbiamo soltanto augurarci che resti qui, nella Valle. E non sarà facile.).
Per la verità dalla Regione una novità, a mio parere significativa, l’abbiamo letta in questi giorni. Pare che l’assessore alla sanità voglia far fare concorsi regionali per rispondere alla carenza di piante organiche che lamentano l’insufficienza di medici, a tutti i livelli. Questo potrebbe preludere all’ipotesi di una ASL unica?
Sarebbe, obiettivamente, una novità vera, il presupposto per un riassetto territoriale della diagnosi e della cura di cui noi, per primi in questo territorio, lamentiamo l’insufficienza. (La Verì, però, s’era data due mesi di tempo per fare qualcosa di diverso, rispetto all’assetto lasciato da Paolucci. Non è successo niente, finora. Staremo a vedere).
Per il resto, ripeto: che si minacci la carcerazione di chiunque delinque, mentre lì dove imperano camorra e mafie si spara per strada, ovvero si apra all’autodifesa di ciascuno (definendola “legittima”), tranne poi a rischiare crisi istituzionali per contrasti con la magistratura, di fronte ai fatti concreti; che si faccia la retorica dell’anticorruzione, quando i corrotti continuano ad imperversare, superando ogni limite di vergogna e si faccia una gazzarra su concetti scontati quali giustizialismo e garantismo; che si continui a proclamare la riapertura dei cantieri, quando non si riesce nemmeno a demolire quel che rimane dei tronconi del Ponte crollato a ferragosto scorso a Genova, ovvero si definiscono pericolosi i piloni delle nostre autostrade e le risorse da tempo disponibili vengono stornate per altre opera, che comunque non si fanno; che si continui a dire che la parzialissima revisione del sistema pensionistico genera nuova occupazione e che il reddito di cittadinanza dà impulso alla domanda interna, quando si scopre che residuano 3 Miliardi non spesi, perché non si riesce a contrastare lavoro nero ed evasione fiscale… che volete che sia. ”Tiatro”, per dirla alla… Montalbano.