Il martirio del "Curro"
(Lettera aperta)
Per giustificati motivi non posso avere informazioni precise e dirette. So che il “Curro”, un grosso rilievo collinoso che sorge a nord di Cocullo, è sfregiato da quattro anni e continua a subire oltraggi. Nel 2016 sembra che sia stato stipulato un contratto fra il Comune ed un’impresa (che poi ha dichiarato fallimento e ad essa ne sarebbe subentrata un’altra) per far rimboschire la zona attorno ad una piccola cava sul colle con sistemi moderni che avrebbero comportato una specie di bombardamento. Pare che questo non ci sia stato, a meno che per bombardamento non si debbano intendere la trivellazione assordante dei buchi e il motore dei cingolati. Non so se il sistema tradizionale avrebbe richiesto una spesa maggiore; ma una cosa è certa, cioè che il salvataggio del patrimonio boschivo e del paesaggio non hanno prezzo: il materiale già sottratto (e quello che verrà sottratto) li pregiudica irrimediabilmente creando voragini nel sito che dovrebbe essere alberato. E non solo mi riferisco al paesaggio: il “Curro” corre il rischio di essere prima o poi mutilato e di smettere la funzione di baluardo alle intemperie favorendo le disfunzioni climatiche. I tecnici, me lo auguro, troveranno il modo di evitare tutto ciò. Io ripeto quel che ho scritto altrove: i portati del progresso a volte hanno conseguenze discutibili se non addirittura nocive: gli sviluppi della tecnologia atomica, applicata indiscriminatamente, insegnano. Ma ormai cosa fatta capo ha; tuttavia è impossibile bloccare quei lavori, il cui termine sarebbe stato previsto per il 2020? Lo affermo soprattutto perché da una fonte ufficiosa ma attendibile ho appreso che essi lavori continueranno per altri due o tre anni.
A questo punto auspico un intervento efficace delle autorità perché aiutino l’Amministrazione di un paese abitato da duecento abitanti lasciato allo sbando; questa, a sua volta, anziché pensare al forno crematorio visto che il bilancio è stato approvato e non è in deficit, solleciterà il disbrigo della pratica relativa al restauro della chiesa parrocchiale. Caro Sandro, tu che ci rappresenti, quando vai a sollecitare l’annosa pratica di San Domenico cerca di trovare qualche intercessore che ti faccia avere un’irrisoria parte dei fondi che l’Europa ha dato a Conte. Questi continua ad esortarci (?) a rimboccare le maniche; personalmente dubito che lui le abbia, considerato anche che è solidale con il ministro che ha riaperto le scuole all’alba del rinvigorirsi del virus misterioso (ieri è stata trovata “positiva” una persona che non aveva febbre); ma è il capo dello stato che te lo dice: tu potresti seguire l’esortazione per far quadrare il bilancio onde soddisfare tutti procedendo poi ad una sana, anche se rudimentale ma innocua forestazione.
E gli ambientalisti? E gli ecologisti? Può essere che in quattro anni non si siano accorti di niente?
E magari anche quegli animalisti, che pure conoscono la via di Cocullo e certamente dalla strada avranno ammirato lo squarcio quando due anni fa furono tanto sensibili verso i gatti randagi?