Storia in cronaca dei paesi della Valle del Sagittario dal 1986 al 1987

di Roberto Grossi

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#27 - 12/11/2019
Nessun intervento a un mese dalla caduta del masso<br>
Scanno e i miliardi fantasma<br>
(23/11/1986)

Nessun intervento a un mese dalla caduta del masso
Scanno e i miliardi fantasma
(23/11/1986)

SCANNO - Sono ormai trascorsi due mesi da quando precipitò dalla montagna di Cardella il masso che finì sul piazzale della seggiovia, distruggendo un'auto in sosta. Dopo il sopralluogo dei tecnici del ministero della Protezione Civile, il sindaco fu costretto ad emettere le ordinanze di sgombero per tutti gli abitanti situati nella zona «Fra le musa» e «Cardella», perché il professor Sciotti, del Gruppo nazionale difesa catastrofi idrogeologiche, riferì che c'erano condizioni dì notevole pericolo, determinato anche dal terreno notevolmente scosceso.
Il consiglio comunale, riunito in assemblea permanente, cercò di attuare tutte le strategie possibili per venire in aiuto dei cittadini minacciati dal pericolo e per sollecitare rapidi interventi per la bonifica della zona. Al ministero della Protezione Civile, in più incontri, venne assicurato ai consiglieri, che, con rara modestia e responsabilità erano andati a Roma con il pullman di linea, che presto sarebbero stati stanziati due miliardi per sanare definitivamente tutta la zona minacciata dal pericolo della caduta dei massi. Col trascorrere dei giorni, di questi due miliardi si è incominciato a parlare un po' in sordina e sembra che se ne parlerà ancora per molto, sempre più in sordina, perché, a distanza di un mese, non si è trovato ancora l'accordo su chi dovrebbe gestire tale finanziamento. Il sindaco, intanto, con tutta l'amarezza possibile, ha continuato ad emettere le ordinanze di sgombero, perché tali erano le indicazioni del ministero della Protezione Civile.
La gente di Scanno, minacciata dal pericolo, è ancora nelle proprie abitazioni, e come abbiamo riferito più volte su questo stesso giornale, è decisa a sgomberare soltanto quando inizieranno i lavori di rimozione dei massi. Ognuno ha già fatto nella propria abitazione le provviste necessarie per il riscaldamento di tutto l'inverno, e non si può pretendere che vada altrove, senza sapere né dove né fino a quando.
La Regione ha assicurato un contributo di 300 mila lire al mese solo a coloro che non hanno un'altra abitazione in un raggio compreso in cinquanta metri. Ieri, parlando con alcuni interessati allo sgombero, è emersa solo una grande sfiducia verso le istituzioni che «promettono e non danno». Finora, all'infuori delle ordinanze niente è stato fatto per ridare tranquillità ai cittadini minacciati dal pericolo. I lavori che tuttora sono in corso, per un importo di 100 milioni, riguardano esclusivamente la zona in cui si staccò il masso e sono interessate solo tre famiglie, tra l'altro non residenti a Scanno. Per quanto riguarda tutta la vasta zona che va da "Fra le Musa" a "Cardella", dove il pericolo è maggiore, si spera ancora nei finanziamenti di due miliardi da parte della Protezione Civile, previsto per il risanamento. E intanto nella zona c'è apparente tranquillità, sembra quasi che il pericolo non esista, eppure guardando a monte i massi sono lì, minacciosi, ma anche severi testimoni della storia di Scanno.

dal Quotidiano "il Centro" del 23 Novembre 1986

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