#iorestoacasa
Mi sembra il comportamento più appropriato e giusto da tenere per tutelarci dal coronavirus e tutelare gli altri. E’ guerra; una guerra contro un nemico invisibile, impalpabile, spesso inidentificabile che tuttavia, se ti prende, in certe condizioni, può fare anche molto male. Un nemico che comunque sta stravolgendo (e in alcuni casi fa bene, ne parleremo quando sarà tempo di farlo) la “nostra” vita, quella alla quale siamo abituati da tempo, che vogliamo cambiasse, ma di fatto non cambia mai. Ora sì. Un nemico contro il quale, in assenza di farmaci, l’unica arma da combattimento che possiamo utilizzare è l’isolamento. Ecco perché #iorestoacasa e mi permetto di invitare tutti coloro che conosco, virtualmente e direttamente, a fare altrettanto.
Non è soltanto importante lavarsi le mani, disinfettarle, evitare baci abbracci ed effusioni varie, quando ci vediamo, tenere il famoso metro e ottanta di distanza per parlarci. Non sono soltanto queste le raccomandazioni da seguire, ma evitare, con i nostri comportamenti (sbagliati) che siamo abituati a tenere, di rendere ancora più drammatica una situazione complessiva che è già al collasso, nonostante gli sforzi, soprattutto negli ospedali e nel variegato mondo dell’assistenza sanitaria. Che sia “il più bello del mondo” (parleremo anche di questo a momento opportuno) lo stanno vedendo dappertutto, specie in Europa! (Pensate che in America, per farsi fare un tampone occorrono 3200 dollari!).
Non ci sono farmaci, contro quest’epidemia. In queste ore qualche buona notizia arriva da Napoli. Ma calma, ci vuole tempo perché si possa dire che “abbiamo trovato il rimedio”.
L’unico consiglio per un rimedio vero, che pare abbia funzionato, viene dalla Cina, che lo ha esportato. Ora ci si dice che da quelle parti arrivano segnali di rallentamento, segnali positivi. E qual è stato il rimedio utilizzato dai Cinesi, per bloccare la diffusione dell’epidemia? L’isolamento. (E’ vero, la Cina è un altro mondo, rispetto al nostro. Lì non si può discutere, le disposizioni si attuano a basta, con controlli preventivi).
Ora io che credo alla validità della medicina che utilizza la sperimentazione per capire se un comportamento funziona o no, dico per ora restiamocene a casa, in attesa di trovare un farmaco che davvero ci protegga, ovvero in attesa che la nostra assenza (collettiva) blocchi la trasmissione del virus. Basta così. Auguri a tutti.
Ci risentiamo tra quindici giorni, nella speranza di poter dare segnali davvero positivi, in questa sorta di diario, su quest’epidemia terribile.