Parliamo di cose concrete!

di Andrea Iannamorelli

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#1 - 02/03/2019

Un’agenda per Marsilio

Sicuramente non ne ha bisogno, tuttavia alcuni argomenti glieli vogliamo mettere in evidenza, perché non li dimentichi.
E incominciamo dalla questione forse più delicata e politicamente sensibile: la difesa della “nostra” autonomia ordinaria. Tra l’altro in questi giorni (di trattativa per la formazione della Giunta) abbiamo letto e appreso con piacere, che nel 2009, il Senatore è stato membro della commissione che rivendica, in qualche modo (!), “il punto di equilibrio” (la definizione è sua) al quale era arrivato il dibattito parlamentare sull’applicazione della Legge 42 che definisce il “federalismo solidale”. E dopo dieci anni, con le perenni tattiche pre-elettoralistiche che si sviluppano nel Governo in carica, con la situazione economica che si è andata tragicamente definendo a livello nazionale, con le contradittorie ipotesi di raccolta e accaparramento di fondi che muovo da Veneto, Lombardia ed Emilia e Romagna nonché dalle inevitabili possibili rivalse che animano Campania, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria, non vorremmo che si bypassasse il bisogno inderogabile di ridefinire (prima di riconoscere l’autonomia funzionale a chi la richiede a gran voce) i LEP (livelli essenziali di prestazioni, che riguardano direttamente Istruzione, Formazione, Salute ed Assistenza sociale). Livelli essenziali di prestazioni sanciti dalla Costituzione a garanzia dell’eguaglianza dei cittadini italiani. Non si può scherzare.
Del resto Marsilio sa bene che proprio i livelli delle prestazioni essenziali, entrano nell’agenda delle cose che non può dimenticare, in qualità di Presidente della Regione.
Sanità e Formazione, sono questioni nevralgiche, per i diversi, articolati e contrastanti territori del nostra Abruzzo.
Le infrastrutture stradali e ferroviarie necessitano di aggiornamenti non demagogici ma funzionali non soltanto per garantire la pari opportunità agli Abruzzesi (tra zone interne e zone costiere) ma anche e soprattutto per riagganciare questa regione ai traffici di merci e persone che si muovo nei cosiddetti corridoi transnazionali. E quando si parla di infrastrutture efficaci ed efficienti non possiamo tralasciare porti e aerostazioni.
Vogliamo puntare sul turismo? E come potremmo essere credibili se non siamo capaci di garantire l’accesso facile e veloce sulle nostra montagne o sulle nostre spiagge.
Ma qui ci viene da pensare alla tutela del territorio nella doppia logica, della garanzia di incontaminazione, ma anche nella prospettiva dello sviluppo e di un uso utile e attento. Del resto sa bene, il Presidente, che comunque la “questione regina”, in Abruzzo (come del restio in tutto il Sud Italia) è il lavoro (con riferimento alle numerosissime e pericolose vertenze aziendali aperte e alla ricerca delle “nuove” opportunità da proporre, non soltanto ai giovani, non soltanto ai possibili futuribili titolari del reddito di cittadinanza).
Allora ci permettiamo di mettere nella sua agenda l’attuazione degli strumenti avviati dalla Giunta che lo ha preceduto per l’utilizzo dei fondi derivanti dal Masterplan e le Zes, il sostegno alle Piccole e Medie Imprese e quindi al memoriale che gli ha offerto la Confesercenti (breve, succinto e compendioso).
E qui, come facciamo a dimenticare che tra qualche settimana cade il decennale del terribile terremoto dell’aprile del 2009 i cui effetti hanno cambiato molte cose in Abruzzo e non soltanto nelle zone interne per effetto di quello e di altri terremoti aspettano ancora o che la ricostruzione sia completata o che addirittura parta! (Sempre di lavoro stiamo a parla’).
E l’associazione facile delle nostre idee, a questo punto ci spinge anche a scrivere dei Tribunali, per il servizio istituzionale che svolgono, anche a presidio dei territori, ma anche per le opportunità di lavoro e di impiego che rappresentano (insieme ai presidi sanitari e alle scuole… ora che la parziale riforma del sistema pensionistico dovrebbe aprire molti spazi negli organici sia della sanità e che dell’istruzione).
Certo, ora che mi avvio, per il momento, ad augurare al Presidente Marsilio, il più sincero “buon lavoro” faccio caso che la prospettiva di “fare tutto a Roma” (come ebbe, forse frettolosamente, a dire proprio lui, in campagna elettorale) ha bisogno di cautela. Tutti i dicasteri chiave per le questioni sulle quali questa regione aspetta novità positive, sono nelle mani di Ministri 5S. Non vogliamo pensare che questo sia un problema.
Ed è per questo che qualche settimana fa, proprio su queste colonne, ricordavo che dire “si fa tutto a Roma”, con l’aria di chi… non deve bussare, per ottenere, rischia “di essere un rischio”. Se poi capita, per esempio che ciò di cui questa regione ha bisogno non è previsto nel “contratto di Governo” che si fa?
Meglio, pertanto, (a nostro parere) passare sempre per le vie dei rapporti istituzionali Stato-Regione e difendere sempre le prerogative e le autonomie costituzionalmente garantite.

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