La sentenza della Corte Costituzionale
Nell'articolo apparso sull'ultimo numero del Gazzettino della Valle del Sagittario ho brevemente riferito sulla particolare importanza della sentenza della Corte Costituzionale 113/2018 del 31 maggio 2018, che ha sancito un principio rilevante in materia di usi civici: la Regione non può emanare norme derogatorie di quelle statali (legge 16 giugno 1927 n. 1766 e Regolamento approvato con R.D. 26 febbraio 1928 n. 332) che introducano nuove ipotesi di liquidazione degli usi civici non previste dalla normativa statale e questo per garantire l'interesse della collettività alla conservazione degli usi civici e alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio. La sentenza, che ha riguardato l'articolo 8 della legge della Regione Lazio n. 1 del 3 gennaio 1986, sul punto in cui prevede la possibilità di alienare e sanare sotto il profilo urbanistico le occupazioni di terreni gravati da uso civico e le costruzioni su di esse realizzate a condizione di particolare favore, a quanto pare, metterebbe in difficoltà tutti, contrapponendosi all'orientamento che mirava a garantire una sanatoria per quei terreni gravati da uso civico.
Una analoga norma è prevista dall'articolo 6 della Legge Regionale dell'Abruzzo n. 25 del 3 marzo 1988 che regola i mutamenti di destinazione e alienazione delle terre civiche.
Una legge importante, la n. 168 del 20 novembre 2017, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 28 novembre 2017, dal titolo "Norme in materia di domini collettivi", forse poco conosciuta a molti, aveva già accentuato le preoccupazioni per la gestione dei territori comunali, in quanto il legislatore ha ritenuto di affrontare la questione degli "usi civici" in maniera diametralmente opposta a quanto tutte le precedenti legislazioni successive al Codice Napoleonico hanno fatto.
L'ultimo Piano demaniale pubblicato nel nostro Comune nell'anno 2009 (in uno dei prossimi interventi affronterò l'importanza del momento della pubblicazione del Piano e delle occasioni perdute!) è il "Progetto di sistemazione e verificazione dei terreni demaniali del territorio comunale" redatto dal geom. Marcello Accili, sulla scia delle risultanze dei Progetti di sistemazione dei demani del Comune di Scanno redatti dal Perito Geom. Angelo Sidoni il 28 febbraio 1937 per la Frazione di Frattura ed il 26 novembre 1939, per Scanno Capoluogo.
Molti concittadini sanno bene quali siano i vincoli imposti da questo Piano, anche perché nel 2009 molti hanno prodotto istanze per la legittimazione ovvero osservazioni per contestare la natura demaniale civica delle proprietà: se osserviamo il nostro territorio alla luce del Piano, la metà dei terreni che vediamo non sono di proprietà privata, nonostante che ci siano dei proprietari che lo credono e che non sanno che, magari dopo cento anni che il loro terreno viene venduto e ricomprato regolarmente, l'uso civico potrebbe riaffiorare distruggendo generazioni di sforzi e di sacrificio.
I legislatori dei tempi moderni, e mi riferisco a tutta la legislazione europea successiva alla Rivoluzione francese, hanno ben capito quale peso negativo vi possa essere sull'economia di una Regione per l'esistenza di diritti feudali sempiterni, di difficile riscontro, con la conseguente incertezza.
Il nostro legislatore, con la legge 20 novembre 2017, n. 168, ha invece dimostrato di non sapere nulla di tutto ciò ed i firmatari della legge si sono addirittura vantati in numerose occasioni pubbliche di essere andati in senso assolutamente contrario ai legislatori e alle leggi degli ultimi 200 anni.